LA RUBRICA DI EMILIO SASSONE CORSI

Scienza buona e cattiva in TV

Sono lontani i tempi in cui la cultura (scientifica e umanistica) passava per la televisione di prima serata. Oggi gli spazi per la divulgazione di qualità sono sempre meno, e sulla televisione generalista è sempre più difficile distinguere scienza e mito, verità e bufala.

     22/06/2012

Sono lontani gli anni nei quali la cultura scientifica e umanistica passava attraverso la televisione e uniformava le tante Italie uscite dalla Seconda Guerra Mondiale. Chi ha superato gli “anta” ben ricorda trasmissioni quali «Orizzonti della Scienza e della Tecnica» curata dal mitico Giulio Macchi, «Sapere», il primo «Quark» condotto da Piero Angela ma anche le decine di commedie e sceneggiati televisivi interpretati dai grandi attori della seconda parte del ‘900 che riempivano le nostre serate e riunivano intorno a questo nuovo focolare domestico milioni di cittadini italiani.

L’avvento della televisione commerciale, agli inizi degli anni ’80, spinta dagli interessi pubblicitari e dalle conseguenti misure degli share, ha drasticamente modificato i palinsesti e, a poco a poco, indirizzato i gusti degli italiani verso i reality e i talent show come «Grande Fratello», «Amici» e tanti altri. Lo spazio dedicato alle trasmissioni culturali si è progressivamente ridotto, relegato in seconda e terza serata con livelli di ascolto bassissimi. Le trasmissioni televisive di divulgazione scientifica, se si esclude «Superquark», sempre condotto da Piero Angela (e dal figlio Alberto), sono ormai rarissime. Sono approdate invece nei palinsesti di canali televisivi nazionali, pubblici e privati, trasmissioni televisive che spacciano per divulgazione scientifica la trattazione di temi misteriosi, incomprensibili, forse volutamente sfuggenti. Faccio riferimento specificamente a «Voyager» (Rai2 in prima serata), «Mistero» (Italia 1, prima serata) e altre che continuamente propongono argomenti quali: i cerchi nel grano, Atlantide, i templari, le scie chimiche, gli inesauribili segreti delle piramidi, le profezie Maya e quelle di Nostradamus, il mostro di Loch Ness e altre oscure creature, gli UFO, il falso sbarco sulla Luna, le astronavi preistoriche e quel disco volante caduto a Roswell, la fine del  mondo nel 2012 e altre amenità. Credenze popolari, quando va bene, elevate a informazione scientifica che si diffonde in tutte le fasce sociali e soprattutto colpisce le giovani generazioni, culturalmente sempre meno preparate da un sistema scolastico sempre più impoverito.

Da alcuni anni mi batto per cercare di far aprire gli occhi agli italiani e cercare di fermare questo scempio. Ho costituito vari gruppi su Facebook per cercare di aggregare persone che la pensano come me e, da un paio di anni ho contribuito a far nascere un blog, libero e indipendente, dal nome inequivocabile: «(Cattiva) Scienza in TV» al quale oggi partecipano alcune centinaia di giornalisti, scienziati, divulgatori scientifici. Il motto è: “Accendiamo il cervello” e divertiamoci a smascherare chi campa sulla nostra credulità popolare. Abbiamo messo a punto un gioco, tipicamente orientato ai giovani, che chiede di segnalare bufale e errori trasmessi da questi programmi TV: i più attenti vinceranno bellissimi premi direttamente dalle mani di importanti scienziati.

Basterà per fermare l’ondata di marea? Probabilmente no, ma non fare niente è ugualmente sbagliato. I palinsesti televisivi riprenderanno queste trasmissioni di pseudo-divulgazione scientifica, come al solito in autunno, dopo la pausa estiva. Questo è il momento giusto per intervenire e far sentire la nostra voce, anche aiutati da un assetto politico generale un po’ più serio e credibile.

Vorrei concludere facendo un breve riferimento ad una delle tracce dei temi della maturità di quest’anno: “La responsabilità della scienza e delle tecnologia”. Ritengo che una delle responsabilità più grosse che gli Scienziati hanno sia di comunicare a tutti noi cittadini la scienza per quel che è e dedicare il tempo e le risorse necessarie a farlo nella maniera migliore. Chi scienziato ritiene che questo non sia un suo compito e pensa di poterlo demandare ad altri sbaglia: è così che emergono pseudo-giornalisti-scienziati che occupano questo spazio facendo del male a tutti noi e alla credibilità della scienza.