CONVEGNO INTERNAZIONALE A CERVIA

L’enigma dei barioni mancanti

Organizzato dall'INAF-Osservatorio Astronomico di Bologna, il convegno internazionale dedicato ai barioni, i mattoni con cui è fatta la materia ordinaria, e alla loro diminuita "presenza" nelle osservazioni astronomiche, ha visto la partecipazione di astrofisici provenienti da tutto il mondo.

     30/05/2012

Sono i mattoni con cui è fatta la materia ordinaria, ma a quanto pare il loro comportamento, almeno negli ultimi miliardi di anni, sembra alquanto bizzarro. Circa la metà dei barioni che costituivano l’universo primordiale “mancano all’appello” delle osservazioni degli astronomi.

Che fine hanno fatto queste particelle? Sono veramente ‘evaporate’ o magari semplicemente sfuggono alle nostre tecniche di indagine e ai nostri strumenti? A queste domande hanno cercato di dare risposta astrofisici provenienti da tutto il mondo, riunitisi in un workshop dal 27 al 30 maggio a Cervia, presso il Grand Hotel della città e organizzato dall’INAF-Osservatorio Astronomico di Bologna.

“I barioni sono le particelle di cui siamo fatti tutti noi – ci spiega Nico Cappelluti dell’INAF – Osservatorio di Bologna – gli astronomi sanno quanti ce ne sono nell’Universo, e quanti se ne sono formati durante il Big Bang. Infatti circa il 4% della massa dell’Universo è fatta di Barioni”.

“Stranamente però – continua Cappeluti – negli ultimi miliardi di anni i barioni hanno cambiato fase scaldandosi, e circa la metà di questi sono spariti dalle osservazioni degli Astronomi”

È per cercare una risposta a questa “improvvisa” sparizione dei barioni e per cercare di capire quanti effettivamente ne mancano all’appelo, che astrofisici da Italia, USA, Israele, Giappone, Francia, Gran Bretagna, Germania ed Olanda si sono dati appuntamento a Cervia.

“Gli astronomi sono d’accordo che sono necessarie osservazioni sempre più mirate e dettagliate su tutto lo spettro elettromagnetico, anche se concordano nell‘affermare che gli sforzi fatti negli ultimi anni hanno potuto ridurre al 30% la percentuale di barioni mancanti”, conclude Cappelluti.