
Vista l’ovvia impossibilità di osservare e monitorare direttamente questo tipo di fenomeni, i ricercatori hanno cercato altre vie, realizzando simulazioni al computer ma soprattutto riproducendo in laboratorio questi impatti. A tale scopo sono stati impiegati degli speciali cannoni che hanno sparato getti di gas ad altissima pressione e velocità supersoniche contro bersagli al cui interno erano presenti amminoacidi, acqua e altri materiali. I risultati di questi bombardamenti hanno non solo confermato che questi composti organici rimangono intatti dopo gli impatti, ma sorprendentemente hanno mostrato che il calore sprigionato negli urti fornisce l’energia necessaria per formare i cosiddetti legami peptidici, che tengono uniti gli amminoacidi nelle proteine.
“La nostra ricerca indica che quelli che noi consideriamo i mattoni della vita possono essere rimasti intatti nonostante i tremendi shock e condizioni estreme che si sviluppano durante un impatto cometario con l’atmosfera terrestre”, commenta Jennifer Blank, ricercatrice presso il centro Ames della NASA, che ha guidato il team. “Le comete potrebbero davvero essere state i vettori ideali per portare sulla Terra gli ingredienti necessari alla comparsa della vita. Noi preferiamo questo scenario ad altri, perché include tutti gli elementi richiesti per la formazione di strutture biologiche: amminoacidi, acqua ed energia”.






