IMMAGINI DAL SISTEMA SOLARE

Koussi e Aorunga, così uguali e così diversi

Il ritratto realizzato dagli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale parla chiaro: anche sulla Terra, non tutti i crateri sono uguali.

     30/01/2012

Osservando le immagini degli altri pianeti, i planetologi devono essere in grado di distinguere, oltre alle strutture che osservano, anche i fenomeni fisici che le hanno causate. Ma non sempre questo compito risulta così semplice.
Un esempio delle possibili difficoltà è ben evidente in questa immagine della Terra, ripresa dagli astronauti della spedizione 30 della ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, il 26 novembre 2011. L’immagine, scattata con una “normale” camera digitale, fa parte di uno dei progetti scientifici della ISS, per il quale gli astronauti fotografano il nostro pianeta realizzando immagini di interesse scientifico e mettondole  a disposizione della comunità scientifica.

Il vulcano africano Koussi e il cratere da impatto suo vicino. Missione: ISS. Crediti: NASA/JSC/Expedition 30 Crew

Nella fotografia sono ben visibili, fianco a fianco, due strutture circolari, chiamate entrambi crateri. A prima vista possono sembrare molto simili. Tuttavia, i due crateri sono generati da fenomeni geologici molto diversi.

Sulla sinistra dell’immagine, è chiaramente riconoscibile il vulcano Emi Koussi, il “tetto del Sahara”, situato nel nord del Ciad, con i suoi oltre 3400 metri sul livello del mare è la cima più alta dell’intero Sahara. Koussi,  che è una delle numerose cime presenti nella catena del Tibesti, si erge per 2,3 km al di sopra della piana circostante ed ha una larghezza variabile tra i 60 e gli 80 km. Nell’immagine è ben visibile la struttura del vulcano, con le sue tre caldere formate da eruzioni successive di forte intensità. Le prime due caldere, più antiche e sovrapposte, formano la parte centrale più alta del cratere, con una dimensione di circa 12 x 15 Km.  All’interno, la più piccola e giovane caldera Era Kohor, formata da attività vulcanica avvenuta negli ultimi 2 milioni di anni.

Sulla destra dell’immagine, a una distanza di circa 110 Km dal vulcano, è chiaramente visibile la seconda struttura della foto, il cratere Aorunga. In questo caso si potrebbe dire che il cratere è formato da forze che provengono dall’alto, invece che dal basso. Gli scienziati pensano infatti che Aorunga sia stato generato dell’impatto di un meteorite, avvenuto tra  345 e 370 millioni di anni fa. Il cratere, parzialmente ricoperto, è l’unico visibile delle tre strutture che gli scienziati pensano essersi formate in questo impatto. Le altre due sono ricoperte dalla sabbia e non risultano visibili in questa immagine.

A rendere la lettura dell’immagine ancora più difficile, le striature circolari delle rocce che circondano il vulcano Koussi e che in parte ricoprono Aorunga, dovute all’erosione del vento.

La rubrica “Immagini dal Sistema Solareè a cura della Southern Europe Regional Planetary Imaging Facility (SRPIF), la Fototeca NASA ospitata presso lo IAPS di Roma con la collaborazione dello Space Photography Laboratory (SPL), la Fototeca dell’Università dell’Arizona.