LE SUPERNOVAE IA NELL’OCCHIO DI CHANDRA

I fari celesti come Tycho

Nuove osservazioni del telescopio spaziale americano rivelano come è avvenuta l'esplosione della supernova che ha preso il nome dal famoso astronomo danese e aiutano a migliorare le misure dell'Universo.

     27/04/2011

Chissà cosa pensò Tycho Brahe, il famoso astronomo danese, quando nel 1572 osservò la supernova che avrebbe poi preso il suo nome. Di certo non poteva immaginare che pochi secoli dopo il telescopio spaziale della NASA, Chandra, avrebbe svelato che cosa ha provocato quella grande esplosione stellare lontana 13.000 anni luce. Aiutando tra l’altro gli astronomi a migliorare ulteriormente le loro misure dell’Universo.

La supernova Tycho è oggi classificata di tipo Ia. Si tratta di una categoria di esplosioni stellari particolarmente brillanti e utili ai fini della ricerca astronomica: poiché conosciamo quale dovrebbe essere la luminosità di queste esplosioni, quando ne individuiamo una, grazie al confronto tra la luminosità osservata e quella teorica, è possibile determinarne la distanza. In pratica gli astronomi utilizzano le supernovae di tipo Ia come fossero dei fari lontani dalla cui brillantezza è possibile risalire alla loro distanza. Proprio le distanze calcolate attraverso questo tipo di supernovae ha permesso di stabilire che l’Universo sta accelerando la sua espansione, un fenomeno per ora imputato alla presenza di una forza sconosciuta, definita energia oscura, che starebbe “gonfiando” lo spazio.

Risulta quindi evidente l’importanza delle supernovae di tipo Ia per chi studia l’Universo, a patto che la loro luminosità teorica sia conosciuta con estrema precisione, il che a sua volta presuppone un ottima conoscenza dei meccanismi alla base dell’esplosione della stella. Nel caso della supernova Tycho a fare chiarezza ci ha pensato il telescopio spaziale Chandra e il gruppo di  ricercatori che ha analizzato le sue recenti osservazioni nella banda X.

I risultati confermano che a esplodere è stata una stella nana bianca che ha risucchiato con la sua attrazione il materiale gassoso degli strati più esterni di una stella compagna simile al Sole. In questo modo la nana bianca si è accresciuta sino a superare un punto limite oltre il quale è esplosa come supernova. Le osservazioni di Chandra confermano inoltre che la stella compagna è uscita quasi indenne da questa esplosione: ha comunque ricevuto una spinta enorme e  ora viaggia a grande velocità come fosse una pallone che ha preso un bel calcio.

Nell’immagine della supernova Tycho, ripresa da Chandra, si vede in basso a sinistra un arco blu: si tratta di materiale che sta emettendo intense radiazioni X. A originarlo sarebbe stata l’onda d’urto provocata da materiale strappato via alla stella compagna nel corso dell’esplosione, unito alla sua nuova traiettoria dovuta alla spinta subita. Si tratterebbe quindi di una ulteriore conferma dello scenario che vede una nana bianca accrescersi ed esplodere a spese di una compagna più grande. Scenario che ora gli esperti sperano di estendere a tutte le supernovae di tipo Ia stabilendo una volta per tutte il meccanismo alla base delle loro esplosioni, così importanti per chi le utilizza come lontani e insostituibili fari celesti.