
Come il cuore di una persona pompa sangue nelle arterie a intervalli regolari, così GRS 1915 emette intensi getti opposti di radiazione X in modo estremamente cadenzato, diversamente da quanto normalmente si osserva nei buchi neri attivi. Un gruppo di ricercatori ha voluto vederci chiaro. Utilizzando due satelliti della NASA a raggi X, l’Osservatorio Chandra e il Rossi X-ray Timing Explorer (RXTE) ha eseguito una sorta di elettrocardiogramma al sistema. Per otto ore hanno auscultato il battito, rilevando una pulsazione ogni 50 secondi. Tra una pulsazione e l’altra, la luminosità del sistema cala drasticamente, di circa un fattore tre, poi si riaccende. Un altro battito, un altro getto X, e il ciclo riparte. Che cosa succede nel mezzo?
“A ogni battito, il buco nero pompa un’enorme quantità di materia nei suoi dintorni”, ha spiegato Joey Neilsen, dell’Harvard University, a Seattle, nel corso del congresso della American Astronomical Society (AAS). “Tutta questa energia ha profonde conseguenze sul disco che circonda il buco nero, anche a grande distanza”.

Per alcuni decine di secondi, il buco nero è a stecchetto. Senza cibo da ingurgitare (il momento corrisponde all’intervallo tra un battito e l’altro). Ma l’esagerata attrazione del buco nero non finisce mai. Continua ad aspirare materia alla stella, il disco interno si riforma e ricollassa. Ecco un’altra, violenta emissione X. Il ciclo ricomincia. Il cuore del buco nero torna a battere.






