
Il sistema di previsioni meteo spaziale si basa su un rivelatore di particelle ad alta energia costruito dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e situato nel Laboratorio di Fisica Cosmica di Yangbajing, in Tibet, a 4300 metri di quota, circa 90 Km a nord di Lhasa, nell’ambito di una collaborazione promossa dall’INFN e da alcune istituzioni cinesi (Accademia delle Scienze Cinese e Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica).
È questo uno dei risultati presentati al workshop “Dalla Geosfera al Cosmo” dedicato al tema dell’interdisciplinarietà nel campo dell’astrofisica. Il workshop, che si tiene a Parigi, è organizzato da ASPERA, il network europeo per la fisica delle astro particelle, e dal CNRS/IN2P3, la struttura francese che i occupa della fisica delle alte energie.
L’esperimento ARGO-YBJ, questo il nome del rivelatore di sciami di raggi cosmici, studia la pioggia di particelle e fotoni che attraversano costantemente lo spazio, inondando anche il Sole e la Terra. Quando nel loro viaggio verso la Terra queste particelle investono il Sole, il loro percorso è interrotto e si ha la formazione di una zona d’ombra che è osservabile con grande nitidezza da ARGO-YBJ. A causa dell’interazione del campo magnetico del Sole con il vento solare, l’ombra si forma in una zona intermedia tra il Sole e la Terra e subisce una deformazione ogni volta che è attraversata da una tempesta magnetica solare. Quando questo avviene, l’ombra modificata del Sole è registrata con grande precisione da ARGO.
La potenzialità di previsione di questa tecnica consiste nel fatto che l’immagine del Sole arriva a terra molto prima della tempesta solare che l’ha deformata, perché viaggia alla stessa velocità dei raggi cosmici, a 300.000 km al secondo (la velocità della luce), mentre le tempeste magnetiche si muovono a circa 360 km al secondo.
L’immagine “spettinata” dell’ombra solare, rivelatrice della tempesta, arriva così nei rivelatori di ARGO-YBJ con due giorni di anticipo rispetto alla tempesta stessa. Questo rende possibile attuare delle misure di protezione dei satelliti in orbita, evitando o limitando anche eventuali danneggiamenti.






