ISOLATI 38 ATOMI DI ANTI-IDROGENO PRESSO IL CERN

Antimateria in trappola

L’esperimento ALPHA, condotto presso il CERN di Ginevra, ha permesso di isolare alcuni atomi di antimateria. Questo risultato apre nuove prospettive anche per la ricerca astrofisica. Ne parliamo con Massimo Villata, dell’INAF.

     22/11/2010

E’ una quantità irrisoria, 38 atomi appena, ma finalmente l’impresa è riuscita: gli scienziati del CERN di Ginevra, nel corso dell’esperimento ALPHA, hanno dimostrato che è possibile intrappolare l’antimateria.

L’antimateria si contrappone alla materia che conosciamo perché alcune proprietà chiave delle sue particelle si presentano invertite. Se, ad esempio, l’elettrone è dotato di carica negativa, l’antielettrone ha carica positiva. Più in generale, anche le particelle prive di carica possono avere antiparticelle, perché è possibile l’inversione di altre proprietà.

Se materia e antimateria si incontrano, nessuna delle due “sopravvive”: particella e antiparticella si annichilano producendo energia. E’ da questo punto che nascono molti dei grandi interrogativi che riguardano antimateria e astrofisica. Visto che si suppone che in seguito al Big Bang, la quantità di materia fosse pari a quella di antimateria, ci si chiede perché non si siano vicendevolmente annullate, perché invece la presenza di materia domini su quella dell’antimateria.

Grazie all’esperimento condotto al CERN, per la prima volta è stato possibile imbrigliare atomi di anti-idrogeno per un intervallo di tempo breve ma sufficiente, in futuro, ad effettuare dei test fondamentali sulle caratteristiche dell’antimateria. Ci si attende quindi di arrivare a risultati che rispondano anche alle domande sul suo ruolo “astrofisico”.

Abbiamo parlato dell’argomento con Massimo Villata, astronomo dell’Osservatorio di Torino dell’INAF, che si occupa anche di antimateria: gli abbiamo chiesto cosa significhi per un astrofisico il risultato ottenuto al CERN:

“Significa molto, anche se è solo un primo passo verso un esperimento cruciale che forse non tutti conoscono: misurare la forza gravitazionale esercitata dalla Terra sull’antimateria”.

“Molti si aspettano che materia e antimateria abbiano lo stesso comportamento, cioè che la forza gravitazionale sia sempre e comunque attrattiva. In un articolo dal titolo “Interazione gravitazionale dell’antimateria” ho formulato la teoria secondo la quale l’interazione tra materia e antimateria sarebbe repulsiva. La materia e l’antimateria sono entrambe autoattrattive, ma materia e antimateria si respingono. E questo può cambiare completamente la nostra visione cosmologica. Certo come tutte le teorie nuove, è molto dibattuta.”

Oltre ad occuparsi di antimateria nelle sue ricerche, Massimo Villata l’ha resa anche protagonista di un suo romanzo, “La freccia oscura del tempo” che ha scritto con lo pseudonimo di Max Wells:

“Nel mio romanzo l’antimateria non è altro che materia che va indietro nel tempo, così come lo fu per Feynman, il grande fisico del ‘900. Il romanzo ha un’ambientazione fantascientifica, nel senso che è ambientato in un possibile futuro, ma si distingue dalla tipica fantascienza nella “pretesa” di spiegare ciò che avviene in termini scientifici, sia per il lettore medio che per quello più erudito. In pratica, si tratta di spiegare i viaggi nel tempo e lo spostamento interplanetario “istantaneo”, entrambe cose fisicamente possibili (anche se molto difficilmente realizzabili ora) in base alla suddetta ipotesi.”

Sul tema anche la puntata odierna di Astromondo con Romeo Bassoli dell’INFN.