
“Con SKA abbiamo l’opportunità di confrontarci con le difficoltà e le soddisfazioni che derivano dalla partecipazione a un progetto estremamente ambizioso che costringe gli scienziati e le industrie, e anche le autorità governative, a lavorare in stretta collaborazione dando ognuno il meglio della propria professionalità”, ha aggiunto Maccacaro.
SKA è il radiotelescopio di nuova generazione da oltre un miliardo di dollari destinato a studiare l’Universo bambino. Il radiotelescopio, che potrebbe essere realizzato in Australia o in Sudafrica, prevede 1500 antenne distribuite su una superficie di un milione di metri quadrati: tutte insieme funzioneranno come un’unica, gigantesca antenna dal diametro di 3.000 chilometri. Si tratta – ha detto il viceministro Urso – di un progetto scientifico, tecnologico e industriale, ma anche politico. L’Italia ha l’interesse scientifico e politico di essere in prima fila”.
A questo proposito, il viceministro ha annunciato di candidare Roma a quartier generale. La sede proposta è la ”Tiburtina Valley” che potrebbe ospitare almeno 350 persone ad alto livello professionale, con ricadute importanti sia sul tessuto scientifico che occupazionale per la capitale. Al momento, l’altra sede candidata è Manchester in Gran Bretagna.
C’è grande interesse da parte del mondo industriale, “soprattutto in un momento in cui è rilevante intensificare gli investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo”, ha aggiunto Kraus. “‘L’Italia può e deve partecipare da protagonista a SKA perché ha le competenze per farlo”.
Favorevole alla candidatura di Roma anche Finmeccanica: “Nella Tiburtina Valley si trovano le maggiori competenze relative alla simulazione in remoto del comportamento delle antenne”, ha detto Viriglio. “Avere un sistema efficiente per curare funzionamento e manutenzione delle antenne a distanza è decisiv e permette di contenere i costi entro 200-300 milioni di euro l’anno”.






