Sessantasette chilometri. La lunghezza del Grande Raccordo Anulare. È la distanza che questa sera, alle 21.55 ora italiana, separerà Phobos, la più grande delle due lune di Marte, dai sensibilissimi sensori della sonda Mars Express. Sarà il momento di massimo avvicinamento dell’intera campagna di flyby. Dei sette strumenti di bordo, i due fortunati che l’Agenzia Spaziale Europea ha in programma di attivare per l’occasione sono MaRS, che utilizza segnali radio, e ASPERA, un misuratore di particelle, cariche e neutre.
Qui sulla Terra, a 116 milioni di chilometri di distanza dalla spettacolare manovra orbitale, tutto è pronto per ricevere i dati, con i quali gli scienziati sperano di porre fine all’enigma che ancora avvolge l’origine di Phobos. E anche in Italia l’attesa è grande: il software e l’hardware di ASPERA sono infatti stati realizzati da un team del quale fanno parte anche gli astrofisici dell’INAF-IFSI di Roma.
Nato per studiare l’interazione fra la rarefatta atmosfera di Marte e il vento solare, ASPERA cercherà in quest’occasione di catturare le particelle che Phobos emette attraverso un processo di degassificazione. In esse potrebbero celarsi le risposte sulla sua composizione e la sua origine.
Per scoprire qualche dettaglio in più su ASPERA, abbiamo intervistato Stefano Orsini, dell’INAF-IFSI di Roma, Co-I di riferimento dello strumento per l’Italia.
Da Alessandro Mura, altro Co-I di ASPERA, sempre dell’INAF-IFSI di Roma, ci siamo invece fatti raccontare come lui e i suoi colleghi si stanno preparando a questo momento cruciale del flyby. E in che modo ASPERA, pensato per Marte, potrà fornire dati interessanti circa Phobos.
Dopo MARSIS, PFS e ASPERA, la cronaca del flyby su Phobos si chiuderà, nei prossimi giorni, con uno sguardo allo strumento OMEGA, la cui attivazione è in programma per il 7 marzo.