L’INTRUSO INTERSTELLARE

Ecco il primo esoasteroide nel Sistema solare

Questo oggetto viene da lontano, ma è probabile che abbia origini nostrane: gli esperti credono che il Sistema solare abbia espulso, al tempo della formazione dei pianeti, pezzi di roccia e ghiaccio, ovvero asteroidi e comete, che adesso stanno facendo il loro ritorno "a casa"

     16/11/2017

Nell’immagine animata si vede l’oggetto U1 avvistato mentre sfrecciava indisturbato attraverso il Sistema solare. Questi scatti sono stati realizzati con il telescopio Wiyn. Le lievi scie che si vedono in grigio sono stelle sullo sfondo. I cerchi verdi evidenziano la posizione di U1 in sequenza. In queste immagini U1 è circa 10 milioni di volte più debole delle stelle più deboli visibili a occhio nudo. Crediti: R. Kotulla (University of Wisconsin) & WIYN/NOAO/AURA/NSF

Il Sistema solare non è isolato da ciò che lo circonda e gli esperti ne hanno avuto la conferma avvistando il primo asteroide proveniente dallo spazio interstellare. Si tratta di 1I/2017 U1 o 1I/’Oumuamua, dove (secondo la classificazione data dall’Unione Astronomica Internazionale) il numero 1 e la lettera I indicano che si tratta del primo oggetto interstellare di questo tipo catalogato finora, 2017 indica l’anno della scoperta e ‘Oumuamua rende onore alle Hawaii: il suo significato nella lingua dei nativi dell’arcipelago Statunitense è infatti “esploratore” o “messaggero”. Questo oggetto (che in realtà può essere un esoasteroide o un’esocometa) è stato avvistato la prima volta il 18 ottobre scorso con il telescopio hawaiano Pan-Starrs1 e di recente un gruppo di ricercatori ha continuato a studiarlo con il Wiyn telescope e il Nordic Optical Telescope.

Gli scienziati hanno visto l’oggetto sfrecciare all’impazzata attraverso il Sistema solare, notando una familiarità particolare con gli asteroidi che popolano il nostro vicinato planetario (grandezza, forma, rotazione e colore). Cosa può significare? Gli esperti ipotizzano da tempo che il Sistema solare abbia espulso, nel suo lontano passato, pezzi di roccia e ghiaccio (asteroidi e comete) che adesso stanno facendo il loro ritorno “a casa”.

L’ “intruso” U1 viaggia seguendo un’orbita iperbolica che lo porterà di nuovo fuori dai nostri confini, ha un colore rossastro e la sua luminosità varia ogni 8 ore. Dai dati ottenuti di recente anche nel corso di una campagna osservativa durata 5 notti, gli astronomi hanno esaminato la sua forma: l’oggetto è oblungo e le sue dimensioni (più o meno) sarebbero 30 metri per 30 metri per 180 metri, circa il doppio dell’altezza della Statua della Libertà. «Con una forma così allungata, U1 ha probabilmente bisogno di un po’ di forza di aggregazione per tenere insieme il materiale di cui è composto», ha commentato il coautore dello studio Jayadev Rajagopal (National optical astronomy observatory).

L’oggetto U1. Crediti: R. Kotulla (University of Wisconsin) & WIYN/NOAO/AURA/NSF

Insomma, l’intruso interstellare sembra davvero uno dei tanti che popolano il nostro Sistema solare, e proprio qui risiede il mistero. Perché questo oggetto che viene da così lontano somiglia tanto agli asteroidi nostrani? Il cugino “alieno” delle nostre comete e dei nostri asteroidi potrebbe provenire dal nostro Sistema solare e la sua origine – chissà – fa riferimento al periodo turbolento e scoppiettante in cui si sono formati i nostri pianeti, quando molti oggetti sono stati espulsi violentemente fuori dai confini del nostro sistema planetario in formazione.

Gli astronomi hanno determinato che ‘Oumuamua ha incontrato da vicino il Sole (perielio) il 9 settembre ed è arrivato a 24 milioni di chilometri dalla Terra il 14 ottobre – circa 60 volte la distanza tra il nostro pianeta e la Luna. L’oggetto si dirige verso il Sistema solare esterno a oltre 158mila chilometri orari.

U1 è l’unico oggetto alieno che orbita nel nostro Sistema solare? Per adesso è il solo che sia stato avvistato, ma ce ne potrebbero essere moltissimi altri rimasti nascosti agli “occhi” attenti dei telescopi terrestri e spaziali. L’ipotesi degli scienziati è che ci siano almeno diecimila oggetti delle dimensioni di U1 tra Nettuno e il Sole.

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