IL NUOVO OUTFIT DEGLI ASTRONAUTI ESA

Moda spaziale: passerella da microgravità

Quattro accademie internazionali di Haute Couture lavorano al guardaroba 2.0 degli astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea e guardano al futuro della moda, fra ricadute della ricerca scientifica e wearable technology. Con passerella d’eccezione al Science Museum di Londra

     04/12/2015
Lo spogliatoio degli astronauti, dove vengono custodite le tute spaziali Sokol, Yuri Gagarin Cosmonaut Training Centre, Star City, Russia. Crediti: Edgar Martins.

Lo spogliatoio degli astronauti, dove vengono custodite le tute spaziali Sokol, Yuri Gagarin Cosmonaut Training Centre, Star City, Russia. Crediti: Edgar Martins.

Una moda più alta di così non si può immaginare. I modelli sono astronauti in carne e ossa, sfilano sulla “passerella” a microgravità della Stazione Spaziale Internazionale, e indossano le creazioni delle migliori accademie di Haute Couture.

Si potrebbe pensare a uno scherzo. E invece no. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e il Science Museum di Londra hanno appena aperto una nuova e coraggiosa collaborazione con quattro accademie di moda leader in Europa. L’obiettivo? Disegnare la futura collezione di abiti da era spaziale con il progetto Couture in orbit.

Gli studenti della danese Fashion Design Akademiet, del Politecnico di Milano e delle sedi francese e tedesca della ESMOD, si confronteranno su tecnologia e innovazione per ridisegnare l’outfit degli astronauti, con un occhio di riguardo alle ricadute del loro lavoro creativo qui, a Terra.

L’agenzia spaziale europea e partner tecnici mettono a disposizione la gamma di tessuti collaudati e certificati per lo spazio, la sensoristica da incorporare, i materiali super-assorbenti. Ai giovani stilisti è lasciato il difficile compito di immaginare qualcosa di estremamente pratico e gradevole, bello, appealing.

Il dialogo fra industria spaziale e alta moda ha già in passato portato alla creazione di prodotti innovativi. Dall’intimo termico ormai largamente utilizzato nell’attività sportiva, ad abbigliamento su misura capace di alleviare i problemi alla schiena di astronauti e motociclisti. Per non parlare di tutto il comparto di creazioni che ricade sotto il cappello della wearable technology, ovvero gli abiti e la gadgettistica che mettono a contatto il corpo umano con la tecnologia più sofisticata. Dagli smartwatch ai dispositivi che monitorano l’attività cardiaca dell’atleta.

Niente ferro da stiro. Con il tessuto ingegnerizzato dall'italiana Grado Zero Espace, la camicia si stira una volta indossata, grazie alla temperatura corporea. Crediti: Grado Zero Espace / D'Appolonia.

Niente ferro da stiro. Con il tessuto ingegnerizzato dall’italiana Grado Zero Espace, la camicia si stira una volta indossata, grazie alla temperatura corporea. Crediti: Grado Zero Espace / D’Appolonia.

Couture in orbit non è un concorso, ma una vera e propria celebrazione dell’esplorazione spaziale come musa ispiratrice di arte e design. Una giuria di esperti selezionerà 15 capi da ognuna delle scuole partecipanti per sviluppare una vera e propria linea di abiti in vista dell’evento conclusivo del progetto, in programma per maggio 2016, quando nelle prestigiose sale del Science Museum di Londra verrà allestita una passerella dove sfileranno le creazioni della futura moda spaziale.

Tra stravaganza e minimalismo, speriamo di vedere anche qualche taglio giusto per coloro che restano a Terra, ma che tanto desiderano vestire i panni dell’astronauta, almeno per una serata di gala.

Per seguire il lavoro degli stilisti spaziali è stato creato l’hashtag #coutureinorbit e una pagina web: couture-in-orbit.tumblr.com