UN SINCROTONE AI LABORATORI INFN DI LEGNARO

Fra astrofisica e medicina

Il gigante tecnologico produrrà nuclei esotici che saranno utilizzati in medicina nucleare e, al tempo stesso, in astrofisica per indagare i processi che portano alla formazione di nuclei pesanti, come quelli che vengono sintetizzati nell’esplosione delle supernovae

     14/05/2015
Il ciclotrone P70 viene calato allinterno dei Laboratori Nazionali di Legnaro INFN.

Il ciclotrone P70 viene calato allinterno dei Laboratori Nazionali di Legnaro INFN.

Completata ai Laboratori Nazionali di Legnaro, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’installazione di un nuovo acceleratore di particelle: un ciclotrone P70. 180 tonnellate di peso, il gigante tecnologico è stato sollevato dalle gru sopra il tetto dell’edificio – per un’altezza complessiva di oltre quattro piani – e quindi calato nel sottosuolo, all’interno di una caverna altamente tecnologica, appositamente allestita per ospitarlo.

I nuclei esotici prodotti dall’acceleratore saranno utilizzati in medicina nucleare per creare nuovi radiofarmaci ma, al tempo stesso, il loro studio permetterà di indagare i processi che portano alla formazione di nuclei pesanti come quelli che vengono sintetizzati nell’esplosione delle supernovae, ampliando così la conoscenza che abbiamo del nostro universo.

«Il ciclotrone di cui si sono dotati i Laboratori di Legnaro è una macchina in cui ogni secondo dieci milioni di miliardi di protoni sono accelerati fino a settanta milioni di Volt e costituisce la prima parte di SPES, un progetto che servirà per curare l’uomo e studiare l’universo», spiega Giovanni Fiorentini, direttore dei Laboratori Nazionali di Legnaro INFN.

«SPES rappresenta un importante esempio di come le tecnologie d’avanguardia, che noi fisici sviluppiamo e utilizziamo per le nostre ricerche di base, abbiano molto spesso anche un forte impatto sulla società», sottolinea Fernando Ferroni, presidente dell’INFN. «Questo progetto, su cui l’INFN ha deciso di investire, con un finanziamento complessivo di circa 50 milioni di euro, prevede infatti che il ciclotrone sia dotato di varie linee di fascio, alcune dedicate ai nostri studi di astrofisica nucleare, altre invece impiegate per scopi applicativi: già dal 2016, saremo in grado di generare isotopi necessari alla produzione di radiofarmaci, indispensabili, per esempio, nella diagnosi e nella terapia oncologica».

L’acceleratore è stato costruito dall’azienda canadese BEST, in stretta collaborazione con l’INFN, e la stessa azienda ha anche manifestato l’interesse alla commercializzazione dei radioisotopi prodotti ai Laboratori di Legnaro. La nuova macchina, infatti, permetterà di produrre in quantità radioisotopi, come lo Stronzio 82,  di interesse eccezionale per la medicina nucleare e disponibile solo in pochissimi centri al mondo.

Un tipo di produzione che apre la strada a ricerche su radiofarmaci di tipo innovativo, in collaborazione con i più importanti centri nazionali e internazionali.