ASTRONOMIA ANTICA

Scoperto il primo calendario Maya

Lo studio di William Saturno, pubblicato su Science, descrive i muri del laboratorio di uno scriba del 9° secolo d.C., fitti di calcoli astronomici. E rivela che i Maya non prevedevano affatto la fine del mondo nel 2012, ma solo la fine di uno dei suoi cicli.

     11/05/2012

Avviso a tutti i terrestri: la fine del mondo non è poi così vicina. Possiamo tirare un sospiro di sollievo, e tornare piuttosto a interessarci delle soprendenti conoscenze astronomiche del popolo Maya, a cui è dedicato un articolo su Science firmato dal team di William A. Saturno, archeologo dell’Università di Boston. Che, studiando il più antico calendario Maya finora ritrovato, ci conferma tra le altre cose che questa popolazione americana non pensava affatto che la storia si dovesse fermare al 31 dicembre 2012. Le  previsioni catastrofiche sulla fine della civiltà umana non si trovano in nessun loro artefatto o disegno, ma sarebbero l’ennesima leggenda metropolitana. Capiamo perché.

Circa un secolo fa è stata scoperta una grande città costruita dal popolo Maya e, di recente, gli archeologi ne stanno svelando i segreti più profondi. Scavando nel vasto e tentacolare complesso di Xultún, in Guatemala, gli studiosi hanno portato alla luce il laboratorio di uno scriba, risalente agli inizi del nono secolo d.C., i cui muri erano adornati da dipinti ancora ben conservati e da centinaia e centinai di numeri scarabocchiati. Molti di questi sono calcoli relativi al calendario Maya.

Su uno dei muri di quella che si pensa sia una casa sono stati trovati strani segni neri, come dei glifi, mai visti prima nei siti archeologici. Alcuni di questi sembrano rappresentare i diversi cicli del calendario Maya, basati su calcoli astronomici. Sappiamo, infatti, che il calendario non contava solo i 365 giorni dell’anno solare, ma anche i 260 giorni del calendario delle cerimoni, i 584 giorni del ciclo del pianeta Venere e i 780 giorni di quello di Marte.

William Saturno spiega che si è trovato davanti ad una grande lavagna dove i matematici Maya studiavano i cicli della loro vita, del mondo e dell’Universo. Nonostante le credenze popolari, nei calendari Maya non ci sarebbero segni evidenti di una previsione della fine del mondo nel 2012, ma soltanto la fine di uno dei loro cicli. Saturno, nel suo studio, paragona i calendari Maya al contachilometri di un auto che, raggiunta una certa cifra, ricomincia da zero.

Più interessante, allora, è ricordare che questo è di gran lunga il più antico calendario Maya sinora ritrovato (tutti gli altri sono di epoche decisamente più vicine), e che potrà quindi aiutare gli archeologi a ricostruire come si sono evolute nel tempo le conoscenze astronomiche di questo popolo.

Lo studio è stato pubblicato oggi su Science Journal e uscirà sul National Geographic nel mese di giugno.

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