UN VIVAIO STELLARE A 500 ANNI LUCE

Attenti al Lupus 3

Grazie alla Dark Energy Camera e al grande campo di vista del telescopio Víctor M. Blanco a Cerro Tololo in Cile, è stata esplorata in dettaglio Lupus 3, una regione di formazione stellare nella quale emergono due giovani stelle blu. Al suo interno, nascoste da gas e polvere, molte altre giovani protostelle devono ancora accendersi. Si tratta di un ambiente perfetto per studiare il processo di formazione stellare

     19/05/2023

Immagine ad alta risoluzione della nebulosa Lupus 3 e della nebulosa a riflessione Bernes 149 illuminata dalle due giovani stelle blu HR 5999 e HR 6000. Crediti: Ctio/ NoirLab/ Doe/ Nsf/ Aura/ T.A. Rector (University of Alaska Anchorage/ Nsf’s NoirLab), D. de Martin & M. Zamani (Nsf’s NoirLab)

Catturata in un unico sguardo dallo specchio di 4 metri del telescopio Víctor M. Blanco a Cerro Tololo, in Cile, e dalla sua Dark Energy Camera da 570 megapixel, la nebulosa oscura Lupus 3 non potrebbe essere più nitida: un vivaio di stelle in formazione, che ha lasciato emergere la sua coppia di neonate più vecchie, due stelle brillanti e blu.

Lupus 3 è una delle almeno nove nubi del massiccio complesso Lupus, dista circa 500 anni luce dalla Terra in direzione della costellazione del Lupo, e si estende su un’area di cielo ampia come circa 24 diametri di Luna. È completamente oscura. Non fosse per queste due giovani stelle che sono riuscite a emergere dai loro bozzoli di gas e polvere illuminando l’ambiente circostante e creando, proprio per questo, la nebulosa a riflessione Bernes 149, di colore blu brillante. Si chiamano HR 5999 e HR 6000, hanno circa un milione di anni e sono, lo dicevamo, le più vecchie fra le giovani nate. Le uniche, fra tutte le protostelle ancora nascoste nell’oscurità di Lupus 3, ad aver acceso la fusione nucleare al centro e spazzato via il materiale circostante.

Tutte le altre sono ancora in una fase di pre-sequenza e fanno parte della categoria T-tauri: stelle (o quasi) che non hanno ancora acceso la fusione nucleare al centro ma sono alimentate dalla gravità, che comprime e riscalda la materia al loro interno. Utilizzeranno il materiale – la povere e il gas – a disposizione nella nebulosa per acquisire sufficiente massa e accendersi, come hanno fatto le due sorelle luminose.

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