LA CANDIDA CANDIDATA LUNA SI CHIAMA KEPLER 1708B-I

Esoluna nuova

Se confermata, sarebbe una luna enorme, in orbita attorno a un gigante gassoso a 5500 anni luce dalla Terra, in direzione delle costellazioni del Cigno e della Lira. Per ora la sua presenza è stata dedotta dalle irregolarità di due transiti, osservati con il telescopio spaziale Kepler dal team di cercatori di esolune guidato da David Kipping della Columbia University. Il risultato è riportato su Nature Astronomy

     14/01/2022

Rappresentazione artistica di una luna in orbita attorno a un esopianeta. Crediti: Helena Valenzuela Widerström

Piccole esolune crescono. Ancora attende conferma la scoperta della prima, avvenuta nel 2018, e già lo stesso team che l’aveva annunciata ha trovato tracce di una seconda possibile luna attorno a un pianeta extrasolare. Anche questa di enormi dimensioni, anche questa attorno a un gigante gassoso grande più o meno quanto Giove. La nuova candida candidata luna si chiama Kepler 1708b-i, vale a dire la prima luna (indicata dal numero romano in minuscolo, dunque la lettera ‘i’) dell’esopianeta Kepler 1708b, un mondo a 5500 anni luce dalla Terra in direzione delle costellazioni del Cigno e della Lira.

«Fino a oggi gli astronomi hanno scoperto più di diecimila candidati esopianeti, ma le esolune sono molto più impegnative», ricorda il primo autore dello studio che presenta la scoperta pubblicato oggi su Nature Astronomy, David Kipping, della Columbia University. «Sono terra incognita». E se c’è uno che lo sa bene è proprio Kipping: insieme al suo gruppo – il Cool Worlds Lab – ha trascorso l’ultimo decennio a dare loro la caccia.

Rispetto alla precedente esoluna scoperta dal team di Kipping – un corpo dalle dimensioni simili a quelle di Nettuno attorno a un esopianeta, Kepler 1625b, grande quanto Giove – la nuova candidata è un poco più piccola – circa un terzo. Lune enormi, comunque. Del resto non è un caso se sono le prime che abbiamo il piacere di conoscere.  «In qualunque survey i primi a essere rilevati sono di solito i soggetti fuori dal comune: i pezzi grossi, semplicemente perché più facili da rilevare con la nostra sensibilità ancora limitata», spiega infatti Kipping. Dunque è plausibile che non siano rappresentanti tipiche della categoria, queste finora scoperte.

D’altronde, se solo pensiamo a quanto debba essere difficile individuare un esopianeta misurando null’altro che il debole – seppure ripetuto a intervalli regolari – calo di luce dovuto al suo transito davanti alla stella ospite, riuscire a intravedere in quella diminuzione le impercettibili variazioni introdotte dalla presenza di una luna pare un’impresa ai limiti del possibile. Sottolineare che per ora si tratta di candidate esolune è dunque a oggi quanto mai necessario. Anche perché, se da un lato la grande distanza di Kepler 1708b dalla sua stella potrebbe aver aiutato la sua esoluna a non essere strappata via dalla gravità della stella stessa, dall’altro rende i transiti molto meno frequenti rispetto a quelli di un pianeta in orbita stretta. Per il loro articolo, Kipping e colleghi si sono dovuti accontentare di due transiti soltanto.

La linea grigia continua in alto è la “firma” che ha tradito la presenza della candidata esoluna nelle curve di luce di due transiti di Kepler 1708b attorno alla sua stella. Crediti: D. Kipping et al., Nature Astronomy, 2022

Infatti non mancano gli scettici, come per esempio l’astronomo Eric Agol dell’Università di Washington. «Potrebbe essere solo una fluttuazione dei dati, dovuta alla stella o al rumore strumentale», dice riguardo al segnale della nuova esoluna. Dal canto suo, Kipping ribadisce che quello dell’esoluna appena scoperta, l’unico che abbia superato tutte le prove dopo aver esaminato a lungo i transiti di ben 70 pianeti promettenti, «è un segnale ostinato: le abbiamo tentate tutte, ma non ne vuole sapere di andarsene».

In ogni caso vale la pena insistere, se non altro per poter avere ipotesi da confutare. È così che funziona la scienza. E a proposito d’ipotesi, è già possibile iniziare a formularne alcune sulla natura e persino sulla storia di queste due esolune. Quali? Anzitutto, date le dimensioni importanti, è probabile che si tratti di lune gassose. Corpi che magari erano un tempo pianeti a sé stanti e che solo successivamente si siano ritrovati trascinati nell’orbita di un pianeta ancora più grande.

Per saperne di più: