SVELATO L’ENIGMA DELLE STRISCE DI NUBI

Venere con le meches

L'atmosfera del secondo pianeta del Sistema solare è stata studiata nei minimi dettagli grazie a una camera a infrarossi e a un supercomputer giapponese. La sonda Akatsuki e l'esperimento terrestre hanno determinato la natura della particolare struttura “a zebra” di scala planetaria che ricopre Venere

     11/01/2019

A sinistra le nubi inferiori di Venere osservate con la fotocamera Ir2 a bordo della sonda giapponese Akatsuki: le parti luminose mostrano dove la coltre di nuvole è più sottile. La struttura a strisce è stata evidenziata all’interno delle linee tratteggiate gialle. A destra la struttura di scala planetaria ricostruita dalle simulazioni di Afes-Venus: le parti luminose mostrano un forte flusso verso il basso. Crediti: Hiroki Kashimura et al., Nature Communications

A causa delle sue estreme condizioni, l’atmosfera del pianeta Venere è ancora parzialmente avvolta dal mistero. Nonostante le numerose similitudini (origine rocciosa, dimensioni e gravità), il secondo pianeta del Sistema solare e la Terra possono essere considerati agli antipodi, anche solo per due banali ma non di certo trascurabili fattori: temperatura e abitabilità. Venere è però al centro di numerosi studi volti alla comprensione dell’origine e del funzionamento della coltre di nubi che lo ricopre. Ricordiamo che non si tratta di simpatiche nuvolette di vapore acqueo, bensì fitti agglomerati di acido solforico che fanno arrivare la superficie a temperature infernali (anche 460 gradi centigradi). Un team di ricercatori giapponesi guidati da Hiroki Kashimura (della Kobe University) ha osservato la bizzarra struttura a “zebra” della parte bassa delle nuvole venusiane con la sonda Akatsuki e i risultati del loro studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications.

La sonda (conosciuta anche come Venus Climate Orbiter) orbita attorno a Venere dal 2015. Utilizzando la camera a infrarossi Ir2, gli esperti hanno rilevato i più piccoli dettagli morfologici dello strato inferiore di nubi, a 50 chilometri dalla superficie. I dati sono stati confrontati con quelli raccolti in precedenza dallo stesso team nell’ambito del programma Afes-Venus, che simula l’atmosfera di Venere.

Sulla Terra, i fenomeni atmosferici vengono previsti mediante simulazioni numeriche – è così che possiamo affidarci alle previsioni del tempo… seppur non sempre esatte! Per Venere, le simulazioni numeriche sono ancora più importanti, perché le osservazioni tramite sonde spaziali non sono facili da realizzare. Gli strumenti ottici e quelli ultravioletti non riescono a penetrare gli strati superiori delle nuvole ed è quasi sempre necessaria la tecnologia a infrarossi.

Afes-Venus ha riprodotto con successo il particolare fenomeno venusiano della super rotazione: mentre Venere impiega 243 giorni per ruotare in senso orario attorno al proprio asse (la Terra 24 ore e in senso antiorario), la sua atmosfera ruota attorno al pianeta in soli 4 giorni a causa di un rapido vento orientale a 60 chilometri dalla superficie.

Lo studio effettuato con la sonda Akatsuki ha rivelato una gigantesca struttura a strisce di scala planetaria nei livelli inferiori delle nuvole di Venere, confermando le simulazioni numeriche. Nell’immagine proposta si possono notare le nubi catturate dalla sonda (a sinistra) e quelle simulate dall’esperimento sulla Terra (a destra). In entrambi i casi vengono evidenziate delle strisce giganti, quasi simmetriche, che attraversano gli emisferi settentrionale e meridionale. Ogni striscia è larga centinaia di chilometri e si estende in diagonale per quasi 10mila chilometri. Finora questo fenomeno non è mai stato osservato sulla Terra, e potrebbe esistere solo su Venere.

Cosa causa la formazione di questa struttura zebrata? I responsabili sono due tipi di fluttuazioni atmosferiche (onde): instabilità baroclina e correnti a getto, quindi immensi cicloni e venti polari.

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