CON VODAFONE E NOKIA

Reti 4G, il terreno di conquista è la Luna

Se i piani della società tedesca PTScientists dovessero concretizzarsi, dal 2019 potremmo avere sul nostro satellite due rover targati Audi e una rete di comunicazione 4G realizzata da Vodafone e Nokia. Ma le difficoltà dell'impresa fanno sorgere dubbi sulla sua fattibilità in tempi così rapidi

     05/03/2018

Un fotogramma da YouTube del teaser di Vodafone ”4G Mission to the Moon”.

Dopo la Tesla Roadster in orbita solare, potrebbe essere il turno d’una coppia di rover Audi sul suolo lunare. In collegamento fra loro e con il “campo base” – Alina, l’Autonomous Landing and Navigation Module – grazie a una rete 4G Lte gentilmente fornita da Vodafone e Nokia. La prima rete di telecomunicazioni mai installata sulla Luna sarebbe dunque quella dei nostri smartphone. Ultracollaudata, a basso consumo, leggerissima da trasportare: appena un chilo di peso. E con banda sufficiente a gestire senza intoppi un live streaming in alta definizione, garantiscono i due colossi delle comunicazioni. Così da poterci mostrare in tempo reale, a noi qui sulla Terra, quel che vedono i due piccoli rover mentre si avvicinano al loro obiettivo: Moon buggy, il veicolo della Nasa parcheggiato là sul nostro satellite dal dicembre del 1972, al termine di Apollo 17, l’ultima missione con equipaggio umano sulla Luna.

Il lancio è in programma da Cape Canaveral, con uno SpaceX Falcon 9 come vettore, nel 2019. L’anno prossimo. Perplessi? Non siete i soli. Come faceva notare il New York Times la settimana scorsa, è improbabile che il calendario venga rispettato: per riuscirci, tutto dovrebbe andare secondo i piani senza il minimo intoppo, mentre le difficoltà da superare sono enormi. E le più serie non hanno certo a che fare con l’allestimento della rete 4G (anche se, a scorrere i social, non mancano commenti sarcastici sui problemi che ancora s’incontrano qui da noi, ad avere una buona copertura 4G): non dovrebbero esserci troppe interferenze a disturbare il segnale a 1800 MHz…

Il vero problema è arrivarci, sulla Luna. Come ben sa la stessa società tedesca alla guida del progetto: la berlinese PTScientists, una delle aziende inizialmente in gara per il Google Lunar X Prize – sfida internazionale fra privati, lanciata dal colosso di Mountain View, finita con un nulla di fatto lo scorso gennaio (ma PTScientists si era ritirata prima) per l’impossibilità di riuscire a rispettare le scadenze previste.

Comunque non è detta l’ultima parola: come ci ha insegnato l’impresa di Elon Musk, se genio e tenacia sono indispensabili, anche l’ottimismo aiuta. Senza contare le ovvie ricadute promozionali per i marchi coinvolti: dovesse andare tutto come previsto, sarebbe un product placement letteralmente spaziale.