LA PIÙ ANTICA MAI REGISTRATA

L’eclissi del faraone

Se l’evento astronomico cui ha assistito il popolo d’Israele, e che Giosuè ha ben descritto nell’Antico Testamento, fosse un’eclissi anulare di sole allora avremmo dovremmo riscrivere la storia dei faraoni. Lo studio su Astronomy & Geophysics

     30/10/2017

Statua raffigurante il faraone Ramses II, British Museum, Londra

Accadde il 30 ottobre. Dell’anno 1207 avanti Cristo. E potrebbe trattarsi della più antica eclissi solare mai registrata a memoria d’uomo. A farne menzione il testo più stampato al mondo: la Sacra Bibbia. A sostenerlo sono i ricercatori della Cambridge University e la loro scoperta potrebbe avere più di una conseguenza sulla nostra conoscenza del mondo antico.

Mettendo a confronto l’Antico Testamento con altrettanto antiche stele egizie, è infatti possibile stabilire con maggiore precisione le date che hanno scandito il susseguirsi della dinastia dei faraoni e in particolare l’esatta collocazione temporale del regno di Ramses II, detto il Grande. Terzo della XIX dinastia, spesso ricordato come il più potente e celebrato faraone dell’impero egizio per via della durata eccezionale del suo regno.

I risultati della ricerca sono pubblicati sulla rivista della Royal Astronomical Society Astronomy & Geophysics e il discusso passo dell’Antico Testamento a cui gli scienziati fanno riferimento è contenuto nel libro di Giosuè (10: 12-14). Qui è lo stesso Giosuè a pronunciare, in forma di richiesta al Signore e sotto gli occhi del popolo d’Israele, una frase sibillina: «Sole, fèrmati in Gàbaon e tu, luna, sulla valle di Aialon». Ne segue che il sole e la luna rimangono immobili «finché il popolo non si vendicò dei nemici».

Per chi non è pratico di sacre scritture, ecco un breve riassunto della faccenda: il popolo ebraico ridotto in schiavitù sotto il dominio dei faraoni ha lasciato l’Egitto sotto la guida di Mosè; a colpi di cavallette, rane, zanzare, mosche e altre fastidiose catastrofi, Dio ha infatti convinto il faraone a lasciare che Mosè e il suo popolo abbandonino il regno; ma il viaggio verso la Terra promessa (una regione che corrisponde grossomodo all’Israele e la Palestina dei giorni nostri) è lungo e Mosè muore prima di arrivare a destinazione; Giosuè prende la guida della carovana quand’ecco sul più bello…

Un evento astronomico. «Se l’Antico Testamento descrive un’osservazione reale, allora ci troviamo di fronte a qualcosa di unico. Resta però da capire cosa significano le parole pronunciate dal profeta», spiega Colin Humphreys della Cambridge University. «La traduzione più recente del testo ebraico sembra lasciar intendere che sole e luna siano fermi, immobili, nel cielo. Ma se guardiamo al testo originale in ebraico è possibile stabilire anche un secondo significato; può darsi per esempio che il sole e la luna abbiano smesso di fare quello che normalmente fanno: risplendere nel cielo. Secondo questa interpretazione avremmo un evento astronomico che conosciamo bene, un’eclissi di sole. Un’interpretazione che sembra trovare conferma nel fatto che la parola ebraica tradotta come “fermarsi” ha la stessa radice di un antico termine babilonese impiegato nei testi di astronomia per descrivere il fenomeno dell’eclissi».

L’ipotesi di Humphreys e colleghi non è nuova in storiografia. C’è chi, già in passato, ha cercato prove documentali indipendenti a riprova di un nesso fra evento astronomico e cronologia storica delle dinastie di faraoni del calibro di Ramses II. Dalla stele di Merneptah, figlio di Ramses II, sappiamo per esempio che gli israeliti hanno abitato la Cananea dal 1500 al 1050 avanti Cristo. Nessuna traccia però di eclissi totali da quelle parti.

E tuttavia gli storici non hanno tenuto conto delle eclissi anulari, ovvero quelle in cui la luna passa direttamente davanti alla nostra stella, senza oscurarne completamente il disco perché troppo lontana. Si aggiunga che nel mondo antico non vi era distinzione terminologica per indicare l’eclissi anulare e l’eclissi totale. Ora, tra il 1500 e il 1050 a.C. la Cananea ha visto una sola eclissi anulare: quella del 30 ottobre 1207 a.C. Se l’argomento fosse confermato avremmo una nuova e più precisa datazione del regno di Ramses il Grande: 1276-1210 a.C.

Chissà come l’avrà presa Christian Jacq, la penna che firmato la blockbuster saga egittofila più venduta degli anni Duemila. Speriamo non debba riscrivere i romanzi da capo. O ne sentite la mancanza?

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