GIARDINIERI A 400 KM DALLA TERRA

Zinnia, il primo fiore nato nello spazio

Dopo aver raccolto la lattuga romana, questo è il secondo esperimento di giardinaggio spaziale sull'ISS, sulla quale ha trovato posto un impianto di coltivazione dedicato, il Veggie. Le foto della pianta e del fiore spopolano sul web

     18/01/2016

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C’è vita nello spazio e ce lo conferma l’astronauta della NASA Scott Kelly dai suoi social network mentre si trova ancora sulla Stazione Spaziale Internazionale per la sua missione di lunga durata. Ovviamente, non si tratta di vita aliena, niente allarmismi o annunci del secolo, bensì di un fiore dai petali arancioni e dal rigoglioso fogliame verde . Ebbene sì, per la prima volta gli astronauti “dal pollice verde” hanno potuto documentare il primo fiore sbocciato nello spazio. Gli esemplari di Zinnia, un genere appartenente alla famiglia Asteracee, sono simili alle margherite e si trovano perlopiù in centro America. Dal 15 gennaio 2016 le troviamo anche a bordo della ISS, accudite dagli scienziati/astronauti che si occupano degli esperimenti sulle piante.

Le Zinnie ritratte nelle foto, che negli ultimi giorni hanno fatto il giro del web, sono state piantate da Kjell Lindgren della NASA lo scorso 16 novembre in una serra (diciamo pure mini-serra) costruita a bordo della Stazione orbitante. Qualche led rosso e blu (a imitare il Sole), terra e acqua come si fa sulla Terra e la ricetta è riuscita: ecco il primo fiore nato nello spazio. A prendersi cura della piantina, oltre a Kelly, c’è anche Tim Peake dell’ESA.

Come si legge sul sito della NASA, gli astronauti hanno dovuto affrontare anche diversi inconvenienti, tutti però previsti nella tabella di marcia dell’esperimento. Quindi problemi come muffa, guttazione (dovuta a un’eccessiva umidità) ed epinastia (il fenomeno che porta le foglie a piegarsi), così come qualche foglia morta. Proprio questi incidenti di percorso (che sulla Terra avrebbero mandato in malora un intero raccolto) hanno permesso ai ricercatori di studiare meglio – se è possibile – la crescita di queste piante in condizioni estreme, come la microgravità. La responsabile del programma Veggie della NASA Gioia Massa ha spiegato: «È vero che le piante non sono cresciute perfettamente, ma abbiamo imparato molto da questo. Stiamo imparando molto sulle piante e sui fluidi. Indipendentemente dal risultato finale della fioritura avremo guadagnato molto».

Il primo raccolto del programma Veggie (partito a maggio 2014) è stato di lattuga, anche se l’intero processo di coltivazione ha subito diversi rallentamenti e incidenti di percorso. Solo lo scorso 10 agosto, dopo diversi mesi di tentativi ed errori, sono state raccolte le prime foglie di insalata veramente commestibili.

I fiori di Zinnia non sono stati scelti solo per la loro bellezza, ma soprattutto perché possono aiutare gli scienziati a capire come i fiori nascono e crescono in condizioni di microgravità. «L’impianto del raccolto di Zinnia è molto diverso da quello della lattuga – ha detto Trent Smith, project manager del programma Veggie – È più sensibile ai parametri ambientali e alle caratteristiche della luce. La Zinnia cresce in 60-80 giorni, quindi, è una pianta più difficile da coltivare». Nonostante ciò, i ricercatori sono arrivati alla fioritura e questo promette bene per il futuro: si pensa infatti già alla coltivazione di pomodori, i cui semi dovrebbero arrivare nell’astro-serra nel 2017.

Chissà se un giorno si arriverà a coltivare le patate, impresa riuscita (ovviamente per ora solo cinematograficamente) da Mark Watney, interpretato dall’attore Matt Damon in “The Martian”, che si salva – appunto – coltivando patate su Marte.

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Il primo fiore sbocciato nello spazio (per la precisione nella Stazione spaziale internazionale). Dal profilo Twitter dell'astronauta americano della Nasa Scott Kelly

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