GIORNI UGGIOSI E POMERIGGI BOLLENTI

Quel clima pazzo sugli esopianeti

Se ci lamentiamo del clima sulla Terra, allora non potremmo mai vivere su uno di questi pianeti extrasolari, con temperature superiori a 1.600° Celsius. Quelli analizzati sono dei gioviani caldi, non proprio quello che viene considerato un pianeta abitabile. Il commento di Isabella Pagano dell'INAF - OACt

     12/05/2015

keplerplanets

Semmai ci trovassimo su un esopianeta lontano dalla Terra sarebbe inutile cercare di guardare le previsioni del tempo. Lassù il clima è davvero pazzo! Mattine nuvolose e uggiose, pomeriggi roventi e aridi. È questo quello che ci aspetterebbe se una spedizione umane riuscisse ad arrivare su uno di questi pianeti extrasolari (cioè fuori dal Sistema solare dove viviamo noi terrestri). Così, un team internazionale di ricercatori ha studiato il ciclo climatico di sei esopianeti grazie alle dettagliate osservazioni del telescopio spaziale, nonché instancabile cacciatore di pianeti, Kepler.

«Nonostante la scoperta di migliaia di pianeti extra-solari, questi mondi lontani sembrano ancora avvolta nel mistero», ha spiegato Lisa Esteves, dell’Università di Toronto e prima autrice dello studio “Changing Phases of Alien Worlds: Probing Atmospheres of Kepler Planets with High-Precision Photometry” pubblicato su Astrophysical Journal. Il gruppo di ricercatori ha analizzato tutti i 14 pianeti scoperti da Kepler che hanno mostrato delle sensibili variazioni climatiche trovando mattine nuvolose su quattro pianeti e pomeriggi caldi e tersi su altri due. La maggior parte dei mondi esaminati in questa ricerca sono molto caldi e grandi, con temperature superiori a 1.600° Celsius e dimensioni paragonabili a Giove (quindi dei giovani caldi). È facile, quindi, dedurre che questi pianeti sono tutt’altro che abitali, almeno per come noi terrestri intendiamo la vita. Insomma, per nulla ospitali ma eccellenti per effettuare delle misurazioni sui cicli climatici.

«Stiamo conoscendo sempre di più questi pianeti alieni come mondi tridimensionali e dinamici grazie al telerilevamento attraverso grandi distanze. Un giorno speriamo di poter fornire previsioni del tempo per mondi non molto più grandi della Terra», ha detto il coautore dello studio Ray Jayawardhana (Università di York), il quale ha aggiunto che le prossime missioni spaziali, come TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite della NASA- 2017) e PLATO (PLAnetary Transits and Oscillations of stars – 2024) la quarta missione dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) nell’ambito del programma Cosmic Vision 2015-2025 a cui partecipa anche l’Italia. Queste due missioni dovrebbero rivelare molti piccoli pianeti intorno a stelle brillanti rendendo il lavoro degli scienziati più facile.

Ai fini dello studio, gli esperti hanno studiato il clima su questi mondi lontani misurando i cambiamenti nelle varie fasi mentre orbitavano attorno alla loro stella. Come accade per la Luna, un pianeta extrasolare attraversa un certo ciclo di fasi, passando dalla completa illuminazione al completo buio a seconda di come la luce della stella madre li tocca. Ed è proprio la luce che è importante in questo studio, ha sottolineato Ernst de Mooij, della Queen’s University Belfast. «Ma se si considera che le variazioni del ciclo di fasi, in termini di luce, possono essere fino a 100.000 volte più deboli rispetto alla stella ospite, queste rilevazioni diventano davvero sorprendente».

Isabella Pagano, ricercatrice presso l’INAF-Osservatorio Astrofisico di Catania nonché coordinatrice nazionale e membro del Board del Consorzio PLATO, ha spiegato a Media INAF: «Lo studio di come la luminosità vari nel tempo man mano che il pianeta ruota attorno alla sua stella ci permette di di osservare variazioni nella struttura dell’atmosfera, che in alcuni casi, sono associate allo stato di illuminamento (giorno/notte). Il piccolo telescopio europeo CHEOPS che sarà lanciato in orbita attorno alla Terra alla fine del 2017 dedicherà una parte del proprio programma a questo tipo di studi. Con CHEOPS sarà possibile studiare le atmosfere di pianeti piu’ grandi della Terra e abbastanza vicini alla loro stella. PLATO, che sarà lanciato nello spazio nel 2024, otterrà questo tipo di dati per una moltitudine di pianeti che esso stesso scoprirà in orbita attorno a stelle a noi vicine.  Proprio per la maggiore vicinanza rispetto ai pianeti individuati dal satellite Kepler, questi pianeti potranno essere studiati in dettaglio anche da terra con il telescopio europeo E-ELT attraverso il quale sarà possibile trovare informazioni piu’ dettagliate sulla composizione dell’atmosfera».

E chissà se da domani parlando del tempo saremo più clementi nel giudicarlo.