ESOPIANETI: COME TROVARE I SATELLITI VIA RADIO

Onda su onda, a caccia della luna

Nel corso dell'ultimo decennio sono stati scoperti oltre 1.800 pianeti al di fuori del nostro Sistema Solare, ma finora nessuno scienziato è stato in grado di confermare l'esistenza di una 'eso' luna: chi è convinto di farcela è un gruppo di fisici dell'Università del Texas, autori di uno studio sull'emissione radio derivata dall'interazione tra il campo magnetico di Giove e la sua luna Io

     12/08/2014
Crediti: University of Texas, Arlington.

Crediti: University of Texas, Arlington.

Centinaia di esopianeti scoperti, e neanche una luna. Nonostante i cacciatori di pianeti extrasolari abbiamo portato a casa importantissimi risultati nel corso degli ultimi anni di ricerca scientifica, nessuno è stato finora in grado di confermare l’esistenza di un ‘eso’ satellite (exomoon).

Ci vuole provare un gruppo di fisici di Arlington, Università del Texas, Stati Uniti, convinto che l’analisi delle emissioni di onde radio possa condurli a una nuova scoperta. Lo studio appena pubblicato sulle colonne de The Astrophysical Journal, e che li vede firmatari, descrive con precisione le emissioni radio derivate dall’interazione tra il campo magnetico di Giove e il primo dei suoi satelliti naturali: Io. I dati raccolti suggeriscono che dallo studio della dinamica tra il gigante gassoso e la sua luna si possano ricavare calcoli utili a individuare corpi in orbita attorno ai pianeti extrasolari.

“Si tratta di un modo totalmente nuovo di guardare al problema”, spiega Zdzislaw Musielak, professore di fisica presso lo UT Arlington College of Science e co-autore del paper. “Ci siamo chiesti se fosse un meccanismo buono anche al di fuori del nostro Sistema Solare, abbiamo fatto i calcoli e abbiamo individuato alcuni sistemi stellari che potrebbero rispondere ai nostri criteri”.

L’idea che la vita possa prosperare su una luna aliena ha ispirato in passato più di un opera di fantascienza, come nel caso dei simpatici Ewoks di Guerre Stellari. Ma anche la comunità scientifica non esclude che alcune lune nel nostro Sistema Solare (Encelado ed Europa, tanto per fare un esempio) possano essere buone culle di vita per via della loro composizione atmosferica, le riserve di acqua e un’adeguata distanza dal Sole.

Il difficile sta nell’individuare una esoluna servendosi dei metodi esistenti. Il telescopio NASA Kepler misura la variazione di luminosità delle stelle per identificare transiti di pianeti orbitanti. Un sistema efficace per la caccia all’esopianeta, ma inadatto a trovare satelliti naturali di corpi così lontani. Il gruppo di Musielak ha concentrato le proprie energie sullo studio della ionosfera della luna di Giove Io, la spessa atmosfera alimentata dalla vivace attività vulcanica che interessa il satellite gioviano.

Seguendo il corso dell’orbita lunare, la ionosfera di Io interagisce con la magnetosfera di Giove, generando una corrente di attrito con il plasma carico e… emissioni radio. Onde simili, se catturate nelle vicinanze di esopianeti conosciuti potrebbero essere segnale inequivocabile di una esoluna.

Nuovi radiotelescopi, ancora più sensibili di quelli attualmente in attività, potrebbero così essere in grado di localizzare lune attorno ai sistemi planetari più vicini: Gliese 876b, a 15 anni luce dalla Terra, o Epsilon Eridani b, ad appena 10,5 anni luce da qui. È vero che la maggior parte dei pianeti extrasolari finora individuati rientrano nella categoria dei giganti gassosi, e sebbene si trovino nella zona abitabile, è difficile possano sostenere la vita. Le loro lune, tuttavia, potrebbero rivelarsi abitabili.