
Come che Talete cadde in un pozzo mentre passeggiava guardando la Luna, mentre Tycho Brahe girava con un naso finto perché aveva perso quello vero in un duello. Keplero scoprì le leggi del moto dei pianeti ma faceva oroscopi per campare e salvare dal rogo la madre fattucchiera. Galileo frequentava case di piacere, ebbe tre figli da un’amante e, ormai vecchio, scoprì la bellezza di un amore intellettuale. Newton era invidioso e attaccabrighe, fu più alchimista e teologo che scienziato e come direttore della Zecca di Londra mandò alla forca decine di piccoli falsari. Einstein cancellò dalla sua vita una figlia avuta prima del matrimonio. Hubble, padre del Big Bang, da giovane era un pugile in corsa per il titolo mondiale dei medio-massimi…
Con rigore scientifico ma anche molto umorismo, Piero Bianucci ci racconta la meravigliosa avventura delle scoperte astronomiche legandola alle storie straordinarie di quanti, uomini e donne, l’hanno vissuta. Un umorismo che si coglie subito, in quell’aforisma di Woody Allen che segue il titolo: “l’universo è semplice, è la sua spiegazione che è complicata”.






