LI HA TROVATI KEPLER

Due pianeti a braccetto

Grazie al telescopio spaziale della NASA Kepler un gruppo di ricercatori di Washington e di Harvard ha scoperto due pianeti molto vicini tra di loro, uno dei quali sembra essere molto simile alla Terra in quanto a composizione. Non si erano mai osservati due pianeti così vicini, al punto che praticamente occupano la stessa orbita. La scoperta pubblicata oggi su Science.

     21/06/2012

“Amici per pelle” sembrano essere gli ultimi due pianeti extrasolari scoperti grazie all’ausilio del Telescopio spaziale della NASA Kepler, da un team di ricercatori delle Università di Washington e di Harvard.

A 1,200 anni luce da noi gli astronomi hanno individuato un esopianeta molto simile alla Terra ma di gran lunga più grande, denominato Kepler-36b, orbitare attorno alla stella Kepler-36a a braccetto con un altro pianeta, Kepler-36c, grande più o meno come Nettuno.

Kepler-36b è un pianeta roccioso di massa 4,5 volte più grande di quella della Terra e con un raggio 1,5 maggiore. L’altro, Kepler-36c, è un pianeta gassoso, proprio come Giove, e addirittura 8 volte più grande della Terra.

Dallo studio, apparso su oggi su Science, si apprende che i due pianeti sono talmente vicini da occupare quasi la stessa orbita. “Sono i pianeti più vicini l’uno dall’altro mai scoperti prima”, afferma orgoglioso Eric Agol, professore di astronomia all’Università di Washington e co-autore della ricerca.

Le orbite dei due esopianeti si incontrano ogni 97 giorni terrestri e li separa una distanza che è paragonabile a 5 volte volte quella che separa la Terra dalla Luna.

Il pianeta più grande, Kepler-36c, era stato originariamente avvistato da Kepler grazie a un fotometro, che misura la luce degli oggetti spaziali e può intercettare un pianeta quando transita davanti la sua stella madre. Il secondo pianeta è stato scoperto utilizzando un algoritmo per interpretare i dati di Kepler.

Proprio il fatto che i due pianeti siano così vicini ha consentito ai ricercatori di fare ipotesi molto accurate sulla loro composizione, in base all’influenza gravitazionale che esercitano l’uno sull’altro. I ricercatori credono che il pianeta più piccolo sia composta per il 30% da ferro, per meno del 1% da idrogeno e elio e non più del 15% di acqua. L’altro pianeta, invece, ha un nucleo roccioso ed è circondato essenzialmente da elio e idrogeno.

Dalle rilevazioni, il team ha anche potuto sapere qualcosa di più sulla stella, Kepler-36a: ha più o meno la stessa massa del Sole, ma è leggermente più calda e più povero in metalli. È una stella supergigante (non brucia più idrogeno nel nucleo) di qualche miliardo di anni più vecchia del Sole.