
Effettuando analisi estremamente dettagliate su un frammento di asteroide, si è visto che è formato di piccole strutture granulari delle dimensioni di un millimetro, dette condrule. Queste, a loro volta, risultano composte da un insieme di grani di polvere ancora più piccoli che, originariamente, si sarebbero scontrati rimanendo poi attaccati l’un l’altro. “La nostra ricerca” chiarisce Phil Bland, che ha condotto lo studio “mostra che le particelle primordiali si sono compattate e quindi indurite nel corso del tempo, andando a formare le prime piccole rocce”. Questo processo era governato dalla turbolenza che caratterizzava l’insieme di gas e polveri in rotazione attorno al Sole e il cui effetto sui primi agglomerati di particelle può essere paragonato a quello della turbolenza dell’acqua sui sassolini di un fiume.
Il gruppo di Bland ha anche definito un nuovo metodo per quantificare il livello di compressione cui è stata sottoposta una roccia, potendo così risalire alla sua fragile struttura originaria. Questo metodo permette, per la prima volta, di “ricostruire quantitativamente e con grande dettaglio l’accrescimento e la storia, dal punto di vista degli impatti subiti, dei materiali più antichi del Sistema solare” spiega Bland.
Il risultato ottenuto è un passo avanti nel tentativo di ricostruire un capitolo importante della storia del Sistema solare e arrivare a capire quindi come si sono formati i pianeti rocciosi, fra i quali il nostro.






