
Secondo le simulazioni al calcolatore svolte da un team di ricercatori guidato da Guillaume Morard dell’Istituto di Mineralogia e Fisica della Materia Condensata a Parigi, in Francia (arXiv .org/1010.5133), sembrerebbe che, in pianeti rocciosi con masse da due a dieci volte quella terrestre, il nucleo ferroso sarebbe sottoposto a pressioni così elevate da rimanere allo stato solido. Nella Terra invece, le pressioni sono sì elevatissime, ma permettono comunque almeno a una parte del nucleo metallico di rimanere allo stato fluido e, grazie alla sua rotazione, di dare origine al suo campo magnetico, che svolge una preziosissima funzione di protezione.
Senza un campo magnetico infatti, la Terra e i pianeti in generale sarebbero continuamente investiti da radiazioni dannose e le loro atmosfere sarebbero letteralmente strappate via da flussi di particelle emessi dalle loro stelle. Lo sviluppo di forme di vita in queste condizioni risulterebbe quindi proibitivo.
Tuttavia, questi risultati prodotti dalle simulazioni sono ancora soggetti a molte incertezze e non possono portare a conclusioni definitive. La pensa così Vlada Stamenkovic, del Centro Aerospaziale Tedesco a Berlino: “le temperature all’interno dei nuclei delle super-Terre possono essere molto più alte di quanto ipotizzato nelle simulazioni e dunque potrebbero essere in grado di fondere anche il ferro ad altissima pressione”.






