ISTANTANEE DELL’ESO

Nebulosa double-face

Si chiama Gum 19 e ha uno strano aspetto: vista nell’infrarosso appare scura per metà e luminosa per l’altra. A farla brillare da una parte è una supergigante blu. Ma questa stella sta per esplodere. E il panorama, ottenuto con il New Technology Telescope (Cile), potrebbe diventare irriconoscibile

     31/03/2010

A guardare questa foto, appena rilasciata dall’ESO, viene da pensare a un Giano bifronte. È la nebulosa debolmente luminosa chiamata Gum 19, che si trova nella costellazione Vela, a 22 mila anni luce da qui. Gum 19 mostra due facce nettamente distinte: una scura e l’altra brillante, divise da una sorta di fantascientifico “squarcio spaziotemporale”, con una regione stretta, quasi verticale che taglia la nebulosa in due. A far risplendere la nebulosa soltanto da una parte è una supergigante blu. Questa stella di proporzioni imponenti, chiamata V391 Velorum, vanta una temperatura superficiale che si avvicina ai 30.000 °C. Ma ha una natura instabile (per l’appunto, viene classificata come stella variabile) e la sua brillantezza può cambiare improvvisamente.

Il suggestivo ritratto di Gum 19 è stata ottenuto per mezzo di uno strumento a infrarossi chiamato SOFI, montato sopra il New Technology Telescope dell’ESO (NTT) in funzione all’osservatorio La Silla in Cile. L’osservazione nell’infrarosso permette agli astronomi di vedere attraverso la cortina di polvere interstellare.

Ma a breve il panorama che oggi possiamo ammirare potrebbe diventare  irriconoscibile. Le stelle che hanno le imponenti proporzioni della V391 Velorum non emanano luce a lungo, e, dopo un periodo di vita relativamente breve di circa 10 milioni di anni, queste giganti esplodono come supernove. Queste esplosioni che, temporaneamente, in quanto a intensità di luce emessa, gareggiano con intere galassie, scagliano materiale riscaldato nello spazio circostante, evento che può cambiare radicalmente il colore e la forma della nebulosa all’interno della quale tale esplosione ha avuto origine. Gli spasmi della morte della V391 Velorum potrebbero cambiare per sempre l’aspetto di Gum 19.

La nebulosa Gum 19 si trova in una regione del cielo del sud, nota come HII (da leggere “H-due”). La sigla HII si riferisce al gas idrogeno atomico  ionizzato o eccitato finché i due atomi di idrogeno della molecola del gas non perdono elettroni. Tali regioni emettono luce a ben definite lunghezze d’onda, conferendo a queste nubi cosmiche la brillantezza che le caratterizza.

Le regioni cosiddette HII denotano siti di intensa formazione stellare in cui grandi quantità di gas e polveri hanno iniziato a collassare sotto la forza della loro stessa gravità. Anche nei pressi della capricciosa supergigante, V391 Velorum, nuove stelle continuano a crescere. Per la precisione, la formazione di nuove stelle avviene all’interno della striscia di materiale luminoso e scuro che, da questa prospettiva, abbraccia il lato sinistro della V391 Velorum. In molte migliaia di anni – un batter d’occhio nel tempo cosmico – questi giovani stelle, contraendosi, raggiungeranno infine nel loro centro la densità elevata necessaria per innescare reazioni di fusione nucleare. La nuova effusione di energia e i venti stellari da queste stelle appena formatesi contribuiranno a cambiare i connotati di Gum 19.