IL NUOVO TELESCOPIO A PARANAL IN CILE

ESO: Nebulosa di Orione con Vista

La Nebulosa di Orione svela molti dei suoi segreti nascosti in una spettacolare immagine del nuovo telescopio dell’ESO, VISTA. Grazie al suo enorme campo visivo, questo telescopio è in grado di catturare l’intera nebulosa in tutto il suo splendore e, grazie alla sua capacità di osservare nell’infrarosso, può scrutare in profondità nelle regioni di polvere, altrimenti nascoste, rivelando il curioso comportamento delle stelle, giovani e particolarmente attive, che vi sono sepolte.

     11/02/2010

La Nebulosa di Orione svela molti dei suoi segreti nascosti in una spettacolare immagine del nuovo telescopio dell’ESO, VISTA. Grazie al suo enorme campo visivo, questo telescopio è in grado di catturare l’intera nebulosa in tutto il suo splendore e, grazie alla sua capacità di osservare nell’infrarosso, può scrutare in profondità nelle regioni di polvere, altrimenti nascoste, rivelando il curioso comportamento delle stelle, giovani e particolarmente attive, che vi sono sepolte.

VISTA, acronimo di Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy, è l’ultimo arrivato all’Osservatorio del Paranal dell’ESO. Si tratta del più grande telescopio al mondo per la realizzazione di survey, o cataloghi, e ha il compito di preparare una mappa del cielo nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso. L’ampio specchio, dal diametro di 4,1 metri, il grande campo visivo e i rivelatori molto sensibili fanno di VISTA uno strumento unico. Questa nuova, eccezionale immagine della Nebulosa di Orione mostra le sorprendenti potenzialità di VISTA.

La Nebulosa di Orione  è un immenso vivaio di stelle, distante circa 1350 anni luce dalla Terra. Sebbene la nebulosa abbia un aspetto già spettacolare se osservata con un normale telescopio, quel che si può vedere attraverso la luce visibile è, in effetti, solo una piccola parte della vasta nube di gas in cui si stanno formando nuove stelle. La maggior parte del processo di formazione stellare avviene nelle profondità delle nubi di polvere e, per poter veder cosa sta realmente accadendo, gli astronomi hanno bisogno di telescopi dotati di rivelatori sensibili alle radiazioni con una lunghezza d’onda più lunga, come l’infrarosso, che possono penetrare la polvere. Le lunghezze d’onda usate da VISTA per catturare questa immagine della Nebulosa di Orione sono lunghe circa il doppio di quelle percepibili dall’occhio umano.

Come immortalato già da molte fotografie di questo oggetto, realizzate in luce visibile, la nuova immagine a campo largo ripresa da VISTA mostra, al centro, la celebre forma a pipistrello della nebulosa e i suoi dintorni intrisi di fascino. Nel cuore di questa regione si trovano le quattro stelle brillanti che formano il Trapezio, un gruppo di stelle giovani e molto calde che sprigionano l’intensa radiazione ultravioletta che sta rischiarando l’area circostante e rendendo il gas incandescente.

Osservando la parte superiore dell’immagine, si notano delle strutture rosse, particolarmente interessanti e del tutto impercettibili se non nell’infrarosso. Nella maggior parte dei casi, si tratta di stelle giovanissime, ancora in fase di formazione, viste attraverso le nubi di gas dalle quali si sono formate. Queste giovani stelle emettono getti di gas con velocità dell’ordine di 700,000 chilometri all’ora. Molte delle strutture rosse individuano i punti in cui questi getti di gas si scontrano con il gas circostante ed “eccitano” le molecole e gli atomi del gas, che quindi emettono luce. Al di sotto della Nebulosa di Orione sono visibili anche alcune fioche strutture rosse, a dimostrazione che anche in questa zona della nube si stanno formando stelle, anche se ad un ritmo molto meno intenso. Queste strane strutture destano grandissimo interesse da parte degli astronomi che studiano la nascita e le prime fasi di vita delle stelle.

Questa nuova immagine evidenzia la capacità del telescopio VISTA di fotografare vaste aree del cielo, velocemente ed in profondità, nella parte dello spettro elettromagnetico cosiddetta del “vicino infrarosso”. Il telescopio ha appena cominciato a scrutare sistematicamente il cielo, e gli astronomi attendono un ricco “raccolto di scienza” da questo straordinario strumento dell’ESO.