Questa immagine della M-Cam1, scattata appena cinque minuti dopo la prima, mostra che le grandi pianure (visibili anche nell’immagine precedente) si estendono su gran parte della superficie di Mercurio. È ben visibile il cratere Mendelssohn. Solo una manciata di crateri da impatto più piccoli e recenti intaccano la superficie liscia. Più lontano, ma sempre all’interno della Planitia Borealis, il cratere Rustaveli ha subito un destino simile. In basso a sinistra si trova l’enorme bacino Caloris, il più grande cratere da impatto di Mercurio, che si estende per oltre 1500 chilometri. L’impatto che ha creato questo bacino ha sfregiato la superficie di Mercurio fino a migliaia di chilometri di distanza, come dimostrano le depressioni lineari che si irradiano da esso. Sopra un avvallamento particolarmente grande, si nota una curva a forma di boomerang più brillante dei dintorni. Questo flusso di lava sembra collegarsi a un profondo avvallamento sottostante. Il colore è simile a quello della lava del bacino di Caloris e della lava di Borealis Planitia, più a nord. Un altro mistero che BepiColombo spera di risolvere è da che parte si è mossa questa lava: verso il bacino di Caloris o fuori da esso? Crediti: Esa/BepiColombo/Mtm