Mercury_s_shadowy_north_pole_revealed_by_M-CAM_1_with_labels

Dopo aver attraversato l’ombra di Mercurio, la telecamera di monitoraggio M-Cam1 ha ottenuto la prima vista ravvicinata della superficie del pianeta. Sorvolando il “terminatore” – il confine tra il giorno e la notte – la sonda ha avuto l’opportunità di scrutare direttamente i crateri del polo nord del pianeta, perennemente in ombra. I bordi dei crateri Prokofiev, Kandinsky, Tolkien e Gordimer proiettano ombre permanenti sul loro fondo e questo li rende tra i luoghi più freddi del Sistema solare, nonostante Mercurio sia il pianeta più vicino al Sole. A sinistra del polo nord di Mercurio si trovano le vaste pianure vulcaniche note come Borealis Planitia. Si tratta della più grande distesa di “pianure lisce” di Mercurio, formata dall’eruzione diffusa di lava fluida 3,7 miliardi di anni fa. Questa lava ha sommerso i crateri esistenti, come i crateri Henri e Lismer evidenziati nell’immagine. Le rughe sulla superficie si sono formate nel corso di miliardi di anni dopo la solidificazione della lava, probabilmente in risposta alla contrazione del pianeta dovuta al raffreddamento del suo interno. Crediti: Esa/BepiColombo/Mtm