LA PROPOSTA: LANCIO POSTICIPATO AL 2037 E TETTO A UN MILIARDO DI EURO

Appello in rete per Athena, la missione è a rischio

Un white paper dell’Agenzia spaziale europea, in esame questa settimana, propone di rimandare il lancio del futuro osservatorio spaziale per raggi X e di sottoporlo a una drastica revisione al ribasso. Come si è arrivati a questo punto? Lo abbiamo chiesto a Luigi Piro, astrofisico dell’Inaf di Roma e membro dell’Athena Science Study Team

     06/06/2022

Rappresentazione artistica di Athena. Crediti: Esa

È la grande promessa dell’astrofisica delle alte energie del prossimo decennio, l’osservatorio spaziale europeo destinato a raccogliere il testimone da due telescopi che hanno fatto – e stanno tutt’ora facendo – la storia dell’astronomia X, lo statunitense Chandra e l’europeo Xmm. Ma da qualche giorno il futuro di Athena è in bilico: un documento dell’Agenzia spaziale europea (Esa) ne propone il posticipo della data di lancio di almeno tre anni, dal 2034 al 2037, e il cosiddetto descoping, ovvero una revisione al ribasso. Con la probabile rinuncia, fra l’altro, alla possibilità di utilizzare uno degli strumenti di punta: il microcalorimentro. Una revisione che se accettata, secondo l’Athena Science Study Team (Asst), porterebbe di fatto alla cancellazione della missione.

La decisione è al momento affidata allo Science Program Committee (Spc) dell’Esa, che dovrebbe riunirsi per discuterla giovedì prossimo, 9 giugno. Nell’attesa, per tentare di scongiurare quello che viene ritenuto dai suoi membri un danno irreparabile, l’Asst – che già ha inviato una risposta formale all’Esa, ai delegati dell’Spc e agli advisory bodies – sta raccogliendo il supporto della comunità scientifica attraverso un appello, pubblicato in rete, che si può sottoscrivere fino a domani, martedì 7 giugno. Ne parliamo con uno dei membri dell’Asst, Luigi Piro, dirigente di ricerca all’Istituto nazionale di astrofisica.

Athena, insieme a Lisa, è una delle due missioni “Large” selezionate dall’Esa per essere lanciate negli anni Trenta. Di Lisa, il cui lancio è oggi in programma per il 2037, sappiamo che ha appena superato con successo la Fase A, ed è ora in fase B1. Athena invece, in calendario per il 2034, a che punto sta – o meglio, stava, fino a qualche settimana fa?

«La missione e i teams di Athena stanno chiudendo con successo la fase B1 per l’adoption della missione per giugno 2023 e il lancio nel 2034. Tutto è in linea per mantenere tale schedula. Le prestazioni delle tecnologie critiche (in particolare le ottiche) mostrano miglioramenti in linea con il raggiungimento dei requisiti. Entrambi gli strumenti, in particolare il microcalorimetro, sono già in linea con i requisiti, e le attività di sistema degli strumenti, con contratti industriali, sono già partite. Un report indipendente di una senior review chiamato da Esa ha appena confermato l’unicità scientifica e il livello di flagship di Athena, con particolare riguardo alla scienza del microcalorimetro, lo strumento innovativo della missione a livello internazionale. Tale documento ha anche sottolineato le ulteriori prospettive scientifiche di punta nel settore dell’astronomia multimessaggera. L’aspetto paradossale è che Esa stessa ha iniziato il percorso formale per l’adoption della missione, con il kick-off della Mission Adoption Review lo scorso 10 maggio».

Poi la doccia fredda: il 17 maggio il Coordination Office dell’Esa vi ha convocato – voi dell’Athena Study Science Team (Asst), intendo – e vi ha presentato un white paper che dice che no, Athena non si fa più. Non nei tempi previsti e non secondo il progetto da voi messo punto, almeno. Cosa c’è scritto, esattamente, in quel white paper? Lancio nel 2037? Descoping? Che significa?

«Il documento propone delle condizioni di budget e di schedula di lancio e un eventuale processo di revisione della missione che di fatto condurranno alla cancellazione di Athena. Il cap proposto dall’esecutivo Esa di 1 miliardo (quindi inferiore persino a quanto approvato nel 2014) cancella la possibilità di utilizzare il microcalorimetro e in sostanza le ambizioni di una flagship europea di astronomia X. La data di lancio verrebbe spostata alla seconda metà degli anni 2030».

Ammetterà però che non è un fulmine a ciel sereno… È sin dai primi giorni della doppia selezione che voi astrofisici delle alte energie paventate la possibilità di un lancio di Lisa prima di Athena. Come mai? Sapevate già allora di rischiare di non arrivare in tempo, con la tecnologia richiesta? O di non rientrare nel budget allocato?

«Per noi è un fulmine a ciel sereno. L’aspetto più preoccupante della situazione è che una proposta che intacca così profondamente non solo la missione Athena, ma l’intero programma scientifico dell’Esa, sia stata formulata e presentata con pochi giorni di anticipo ai delegati Spc e al Ssac [Science Programme Committee e Space Science Advisory Committee, ndr] e senza, tra l’altro, coinvolgere corpi dell’Esa, come l’Astronomy Working Group. Per quanto concerne Athena, solo la settimana prima avevamo avuto un meeting dell’Asst in Esa in cui venivano presentati con soddisfazione i progressi raggiunti. La maturità e la tempistica delle tecnologie è in linea con quanto previsto dai requirement e con la schedula, che vede l’adoption nel giugno del 2023 e il lancio nel 2034. Nessun problema di budget era stato evidenziato da Esa fino all’ultimo Spc, nel novembre del 2021, con un costo di 1.5 miliardi di euro. Non abbiamo visibilità sugli aumenti di costi di circa il 20 per cento che Esa ha dichiarato intercorsi nel frattempo nella sua proposta all’Spc, né ci è chiaro in che misura questo problema possa essere legato alla situazione contingente internazionale. E riteniamo che una proposta di tale portata richieda un’analisi adeguata e compiuta della situazione, sia a livello di programma scientifico in toto – e questo è compito dell’Spc – che a livello di Athena, in cui il team di studio sia coinvolto, cosa non avvenuta».

C’è una cosa che non capisco: perché essere lanciati nello stesso anno di Lisa vi turba tanto? In fondo sarebbero appena tre anni di ritardo sulla tabella di marcia… Fra l’altro, è dall’inizio che a ogni occasione viene sottolineato come si tratti di due missioni complementari, e quanto sia importante che Athena e Lisa lavorino simultaneamente, a braccetto, così da inaugurare l’agognata astronomia multimessaggera con buchi neri supermassicci, no?

«Vorrei ribadire che qui il problema trascende Athena con o contro Lisa, ma riguarda la credibilità del programma scientifico dell’Esa. Se, a valle di un lungo e articolato processo di selezione, con review scientifiche e programmatiche, si decide un percorso, non è accettabile che lo si possa cancellare dall’oggi al domani senza un’adeguata e doverosa analisi scientifica e programmatica. Tale decisione ha, tra l’altro, impatti su larga scala, incluso il contesto internazionale e, ovviamente, europeo. Ricordo, ad esempio, che ad Athena contribuisce la Nasa, che aveva doverosamente escluso dalla call delle sue sonde missioni con il profilo scientifico di Athena. Tra l’altro, appresa la notizia, la Nasa ha riaperto la competizione, dando per scontata una decisione che deve essere ancora presa dall’Spc e dagli stati membri. Inoltre gli astronomi X europei sono stati, de facto, esclusi dalla competizione per il Voyage 2050 Esa proprio in quanto già presente una flagship di astronomia X.

Per quanto concerne la domanda specifica sulla scienza congiunta Athena e Lisa, sono certamente convinto, essendomi impegnato in prima persona, che sia molto interessante. Il punto fondamentale è quello di permettere a entrambe le missioni di mantenere il loro status di flagship e, ovviamente, che Esa sia in grado di gestirle programmaticamente. Di fatto la proposta Esa nega questa possibilità, mettendo un cap di costo stringente alle due missioni, cap che per Athena diventa insostenibile. Non si comprende neanche il razionale programmatico, visto che le stime di costi si riferiscono a livelli di maturità diversi – fase A per Lisa e fase B per Athena. È fondamentale mantenere le ambizioni di entrambe le missioni flagship europee, e riteniamo che ci siano margini nel programma scientifico per farlo, mantenendo comunque una giusta diversità che, tra l’altro, verrebbe a mancare con la cancellazione de facto dell’astronomia X».

Così avete pensato di coinvolgere l’intera comunità delle alte energie con un appello in rete al quale, ricordiamolo, si può aderire fino alle 16 di domani, martedì 7 giugno. Come sta andando? Pensa che possa avere qualche effetto sui decisori ultimi – in questo caso i membri dell’Esa Science Program Committee?

«Intanto vorrei rimarcare il supporto da parte della presidenza e della direzione scientifica Inaf, che identificano in Athena uno degli osservatori chiave dell’Inaf per il futuro, e che hanno chiarito questo ai vertici Asi. Pensiamo che le modalità della proposta dell’esecutivo Esa facciano sorgere diverse perplessità in molte delegazioni. Certamente ci aspettiamo che, a fronte degli enormi investimenti già effettuati, delle aspettative per il ritorno scientifico, tecnologico e industriale, gli stati membri più coinvolti, tra cui l’Italia, facciano sentire la loro voce, respingano la proposta e ridiscutano uno scenario che mantenga il più possibile il profilo di flagship della missione Athena, in cui la scienza del microcalorimetro sia – come lo è sempre stata – quella trainante. In questo frangente il peso della comunità astronomica, non solo quella X, è importante. Per questo invitiamo a sostenere sottoscrivendo il supporto con il form che abbiamo predisposto in rete. Infine, come Asst e team Athena siamo pronti a fare la nostra parte come sempre, e quindi effettuare una realistica analisi costi/benefici per mantenere le ambizioni scientifiche della missione, e ci aspettiamo di essere messi in condizione di farlo da parte Esa e dell’Spc».


Per sottoscrivere l’appello degli scienziati di Athena: