DALL’8 ALL’11 NOVEMBRE A CITTÀ DELLA SCIENZA

Da zero a infinito, da Genova a Napoli

Trentaduesima edizione per lo storico festival della scienza partenopeo. L’Inaf è presente con una mostra fotografica e multimediale: Da zero a ∞. Equazioni, formule e incognite di una rappresentazione simbolica del cosmo

     08/11/2018

Il totem della mostra

Futuro Remoto, il primo Festival della scienza d’Italia, torna dopo tre edizioni speciali in piazza del Plebiscito là dove tutto è cominciato 32 anni fa: a Città della Scienza. Ogni giorno dalle 9 alle 17 (e l’11 novembre dalle 10 alle 18) negli spazi di via Coroglio e in alcuni luoghi significativi della città, come piazza Bellini e la Biblioteca Nazionale, i visitatori potranno partecipare a conferenze, workshop, dibattiti, esposizioni e dimostrazioni scientifiche.

Fra le iniziative in calendario a Bagnoli c’è anche la nuova mostra Inaf Da zero a ∞. Equazioni, formule e incognite di una rappresentazione simbolica del cosmo: una raccolta di emozionanti scatti dell’universo conosciuto e la matematica che ne descrive la straordinaria bellezza. Dalla celebre equazione di Einstein E = mc² alla formula di Drake, da Pitagora a Heisenberg, dall’energia di un fotone alla lunghezza di Planck. La matematica, proprio come l’astrofisica, ha due volti: se da un lato costituisce un insieme di conoscenze a sé stanti, dall’altro è la sola lingua con la quale possiamo descrivere l’oceano di stelle in cui siamo immersi.

Un allestimento avvolgente con immagini giganti e tanti contenuti extra disponibili sul sito di Edu Inaf: immagini, approfondimenti e il commento video di matematici e fisici che hanno partecipato al progetto: la medaglia Fields 2018 Alessio Figalli, Stefano Camera e Susanna Terracini dell’Università di Torino, Matteo Viel della Sissa di Trieste, Luigi Guzzo e Piero Benvenuti delle Università di Milano e Padova, oltre agli scienziati Inaf Paola Battaglia, Alessandro Bemporad, Stefano Borgani, Massimo Della Valle, Gabriele Ghisellini, Paolo Molaro, Isabella Pagano, Anna Wolter.

Crediti: Esa / Nasa

Si parte con una veduta mozzafiato del pianeta Terra, visto dalla Stazione spaziale internazionale, e collegata alla più semplice delle formulazioni: quella del teorema di Pitagora. Dalla Turchia in primo piano, si sale attraverso il Mare Egeo, la Grecia e il Mare Ionio dove si intravedono la Sicilia e il tallone d’Italia – la Magna Grecia dove Pitagora visse e lavorò nel VI secolo a.C.

«In un triangolo rettangolo la somma dei quadrati costruiti sui cateti è uguale al quadrato costruito sull’ipotenusa», enuncia Alessio Figalli, che ha curato la voce della mostra. «Forse non sapete che questa celebre formula è falsa. Almeno per noi che abitiamo su un pianeta sferico e non piatto come i fogli di un quaderno di geometria. Paradossale? Ma no! Nel quotidiano, siamo così piccoli da non accorgerci della curvatura della Terra […] Su scale maggiori Pitagora torna utile. Per esempio per capire quanto sono lontani gli oggetti celesti che vediamo a occhio nudo. D’altra parte, se andiamo su scale in cui la relatività entra in gioco il teorema si dimostra nuovamente falso. In un universo dove gli oggetti stessi curvano lo spazio e la luce non va in linea retta, tutto diventa terribilmente complesso. Conclusione: il teorema di Pitagora è uno strumento fondamentale. Ma va usato con attenzione perché la natura è più ricca di quanto immaginiamo».

Guarda e ascolta la playlist con le schede multimediali della mostra: