DAL 28 AL 31 OTTOBRE MEETING DEI FISICI SOLARI

Torino, un posto al Sole

L’incontro della comunità solare ed eliosferica italiana – una tre giorni dedicata alla nostra stella e ai suoi effetti sul clima terrestre – sarà inaugurato quest’anno da una conferenza aperta al pubblico – con Piero Bianucci, Carla Taricco e Mauro Messerotti – su “Sole, tempeste spaziali e clima terrestre”

     23/10/2018

Sarà lo space weather, il cosiddetto “meteo spaziale”, il protagonista di SoHe3: il prossimo convegno della comunità solare ed eliosferica italiana, in programma a Torino da domenica 28 a lunedì 31 ottobre. Un incontro periodico (nel 2013 fu a Catania, nel 2016 a Roma), organizzato quest’anno dall’Osservatorio astrofisico dell’Inaf di Torino e dall’Università di Torino, con lo scopo di fornire un forum a livello nazionale per la discussione delle principali tematiche nell’ambito della fisica solare, eliosferica e – appunto – della meteorologia spaziale.

Argomento caldo per ovvi motivi, il Sole, ma in questo periodo ancor più del solito visto l’insolito numero di missioni e progetti in corso o in dirittura di arrivo. Missioni e progetti che vedono un’ampia partecipazione delle scienziate e degli scienziati italiani. «A livello nazionale», ricorda Alessandro Bemporad, ricercatore all’Inaf di Torino e membro del comitato scientifico del convegno, «gran parte della comunità di fisica solare e dello spazio interplanetario è direttamente coinvolta nello sviluppo di nuovi strumenti per le osservazioni da Terra e dallo spazio (come il telescopio solare europeo Est, le missioni spaziali Solar Orbiter, Bepi Colombo, Proba-3, Cses-Limadou, eccetera). Inoltre negli ultimi anni è tornato a crescere l’interesse per lo studio del Sole per tutte le tematiche legate agli effetti dell’attività solare sulla Terra che rientrano nella nascente meteorologia spaziale. Anche a livello internazionale c’è molto fermento: è appena stato lanciato il Parker Solar Probe, è ormai quasi pronto anche il Solar Orbiter che sarà lanciato ad inizio del 2020, ed è in costruzione il nuovo telescopio americano DkIst. In un momento come questo è veramente molto importante per noi avere la possibilità di ritrovarci in un convegno nazionale (aperto però a tutta la comunità internazionale) per confrontarci, aggiornarci sui nuovi sviluppi, scambiare idee e iniziare nuove collaborazioni».

Proprio gli effetti dell’attività solare sulla Terra saranno il tema della conferenza inaugurale, “Sole, tempeste spaziali e clima terrestre”, in programma domenica 28 ottobre 2018, dalle 15:00 alle 16:30, nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale. Sarà un incontro divulgativo aperto al pubblico, a ingresso libero, condotto dal giornalista e divulgatore scientifico Piero Bianucci e con ospiti Carla Taricco, dell’Università di Torino, e Mauro Messerotti, dell’Inaf di Trieste.

«Questo convegno», dice Messerotti «costituisce un fruttuoso forum di discussione per i ricercatori coinvolti nelle osservazioni e nella modellistica del Sole e dell’eliosfera. Infatti, tali attività costituiscono la struttura scientifica di base per la meteorologia dello spazio (meteo e clima dello Spazio), che in questi mesi si sta prepotentemente affermando come ricerca di punta sia a livello nazionale che internazionale. Proprio in quest’ottica è stato scelto l’argomento della conferenza pubblica introduttiva: le relazioni tra la meteorologia dello spazio e quella della Terra. Da molti anni si studia il ruolo del Sole sul clima terrestre, ma anche il Pannello intergovernativo per i cambiamenti climatici (Ipcc) ammette che la comprensione del preciso ruolo del Sole è ancora piuttosto limitata».

«Nel mio contributo alla conferenza», continua lo scienziato, «oltre a spiegare quali sono i flussi di energia che provengono dal Sole e dallo spazio, presenterò alcune evidenze scientifiche dallo studio del paleoclima terrestre che rendono lo scenario ancor più complesso, poiché indicano che negli ultimi 500 milioni di anni si sono verificate molte fasi di riscaldamento globale alternate a glaciazioni. Anche in questi casi il picco di temperatura era accompagnato da un picco nel contenuto di anidride carbonica, però quest’ultimo si verificava milioni di anni dopo il picco di temperatura, ovvero non ne era la causa. All’epoca non esisteva la forzante antropogenica legata alle attività dell’uomo, e i fenomeni erano molto più marcati dell’epoca attuale. Quindi possiamo stare tranquilli? Assolutamente no, perché il sistema climatico è un sistema fisico complesso e basta il battito d’ali di una farfalla per dare origine a grandi deviazioni dal suo equilibrio».

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