LE INIZIATIVE PER I DIECI ANNI DAL LANCIO

Fermi, 10 e Mole

Il 7 giugno prossimo, a Torino, una conferenza stampa inaugurerà gli eventi che celebrano il decimo anniversario della missione Nasa Fermi, lanciata l’11 giugno del 2008, e alla quale l'Italia partecipa con l'Asi, l'Inaf e l'Infn. «Nei sui 10 anni di attività in orbita Fermi ha ampiamente superato le più ottimistiche aspettative», dice Patrizia Caraveo, responsabile Inaf per la missione

     05/06/2018

Il 7 giugno alle ore 10:00, nella Sala delle Colonne della Città di Torino, una conferenza stampa inaugurerà gli eventi che celebrano il decimo anniversario della missione Nasa Fermi, lanciata l’11 giugno del 2008, e alla quale l’Italia partecipa con l’Agenzia spaziale italiana (sai), l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). L’illuminazione della Mole Antonelliana sarà l’evento spettacolare a preludio di una serie di iniziative, coordinate dalla sezione Infn di Torino in collaborazione con l’associazione CentroScienza Onlus. La città di Torino e la società Iren hanno collaborato attivamente nell’intera organizzazione della proiezione dell’immagine di Fermi sulla Mole Antonelliana.

L’Infn vuole festeggiare i primi 10 anni di osservazioni di Fermi con una serie di iniziative che si svolgeranno durante un intero anno su tutto il territorio nazionale e che potranno essere seguite sul sito fermi.gsfc.nasa.gov/fermi10. Torino sarà protagonista con un’opera realizzata dall’artista milanese Luca Pozzi, The Third Eye Prophecy: ispirata all’immagine simbolo del cielo gamma svelato da Fermi, l’opera rappresenta una grande pupilla che si pone l’ambizioso obiettivo di animare l’architettura per permetterle di percepire i messaggeri invisibili provenienti dallo spazio cosmico, che Fermi rivela insieme a una rete mondiali di osservatori. Protagonisti saranno anche gli studenti delle scuole superiori torinesi impegnati, nel corso del prossimo anno scolastico, in concorsi di arte e scienza, percorsi formativi ed eventi divulgativi.

Due saranno gli eventi scientifici che accompagneranno l’illuminazione: a Torino, nei giorni 11-15 giugno, presso il polo di Biotecnologie, la conferenza scientifica Fermi@10 – Blazar and Beyond fa il punto sulla conoscenza delle galassie attive ottenuta con le osservazioni di Fermi e altri telescopi nello studio delle galassie attive; a Roma, l’11 giugno presso l’Asi, il convegno Fermi Open Day ripercorre i maggiori risultati ottenuti da Fermi sulla radiazione cosmica.

Misurando i fotoni gamma, la radiazione elettromagnetica di più alta energia, Fermi ha già rivoluzionato la nostra conoscenza dell’Universo, svelandoci le proprietà delle più potenti sorgenti cosmiche come le stelle di neutroni, i buchi neri supermassivi, i resti delle supernove. «Nei sui 10 anni di attività in orbita Fermi ha ampiamente superato le più ottimistiche aspettative», commenta Patrizia Caraveo, coordinatrice nazionale per Inaf della missione Fermi. «Con oltre 3.000 sorgenti rivelate ad energie maggiori di 100 MeV, lo strumento Lat ha moltiplicato per 10 i precedenti cataloghi. Il cielo gamma è dominato dai nuclei galattici attivi, che costituiscono oltre il 60 per cento delle sorgenti. Si tratta di sorgenti spesso spettacolarmente variabili, sulle quali vengono organizzate campagne di osservazione multi-lunghezza d’onda. Nel campo galattico, le sorgenti più numerose sono i pulsar, che hanno superato quota 200, crescendo di un fattore 20 rispetto ai conteggi di Egret. Circa la metà dei pulsar catalogati sono del tipo velocissimo che, prima di Fermi, non si pensava potessero emettere radiazione gamma. In effetti, Fermi si è rivelato uno straordinario cacciatore di pulsar velocissimi che sono stati trovati a decine negli error box delle sorgenti non identificate».

«Particolarmente importante – prosegue Caraveo – è lo studio degli eventi impulsivi, fatto sia dal Lat sia dal Gbm. Il Sole è spesso rivelato come sorgente gamma e può arrivare a essere la sorgente più brillante del cielo in corrispondenza di flare molto intensi. A sorpresa, sono stati rivelati flare avvenuti nella faccia non visibile del Sole, a riprova della diffusione delle particelle accelerate durante la riconnessione magnetica alla base del rilascio di energia da parte delle zone attive del Sole. Sono state rivelate molte decine di gamma-ray bursts fino ad arrivare alla controparte dell’evento gravitazione del 17 agosto 2017. Purtroppo il Lat era già spento a causa dell’anomalia del sud Atlantico e il Gbm ha agito da solo permettendo l’identificazione della controparte elettromagnetica dell’evento gravitazionale. Un successo su tutti i fronti che ci auguriamo continui negli anni a venire, perché i risultati più interessanti sono quelli che non ci aspettiamo».

Fermi è stato sviluppato attraverso l’impegno di un’ampia collaborazione internazionale. L’Italia partecipa con l’Agenzia spaziale italiana, l’Istituto nazionale di fisica nucleare e l’Istituto nazionale di astrofisica. Il cuore del telescopio, l’apparato tracciatore al silicio, è un gioiello di tecnologia con più di un milione di canali sensibili al passaggio della radiazione, realizzato su una superficie di più di 70 metri quadrati nei laboratori dell’Infn, con il contributo dell’industria spaziale italiana.

Per saperne di più:

  • Tutte le notizie di Media Inaf sulla missione Fermi
  • La sezione web dedicata alla missione Fermi sul sito Inaf – Iasf Milano
  • La sezione web della Nasa dedicata alle celebrazioni del decennale della missione