CONCLUSA LA XXII EDIZIONE INTERNAZIONALE

Luci e ombre cinesi alle Olimpiadi di Astronomia

Una medaglia di bronzo per la categoria Junior è il bilancio della partecipazione della nostra squadra nazionale italiana all'edizione 2017 della competizione internazionale, che quest'anno è stata ospitata dalla città cinese di Weihai

     17/11/2017

Pietro Caccese sul palco della premiazione. A lui la medaglia di bronzo per la categoria Junior

Una medaglia di bronzo per la categoria Junior. Questo il bilancio della nostra squadra nazionale italiana alle Olimpiadi Internazionali di Astronomia, XXII edizione, svoltesi dal 27 ottobre al 4 novembre nella città cinese di Weihai, una specie di Rimini del Mar Giallo, per via della grande affluenza turistica e per i tanti alberghi sul mare. In tutto, 15 squadre nazionali. A salire sul podio, Pietro Caccese, 14 anni, studente del Liceo Scientifico Statale “G. Mercalli” – Napoli. «Sono contentissimo e soddisfatto – dice Pietro – e anche fortunato. Io sono sempre ottimista, ma sono rimasto davvero sorpreso».

Le prove da affrontare sono apparse piuttosto ostiche. In particolare, la prova teorica che è quella che pesa di più sul risultato finale. La nostra squadra, benché fosse molto preparata, non ha particolarmente brillato in questa prova, la stanchezza per il lungo viaggio e l’emozione (tutti alla loro prima gara internazionale) hanno giocato un brutto tiro, peccato. Tra i protagonisti degli esercizi, l’eclisse di Sole dello scorso 21 agosto e gli immancabili orso polare e pinguino extraterrestri (sempre presenti alle Olimpiadi Internazionali) che, questa volta, si incontravano ad un summit organizzato sulla Stazione Spaziale Interciviltà.

La squadra italiana: da sinistra Giulia Fazzino, Andrea Gibilaro, Marianna Aiello, Pietro Caccese, Ferdinando Stefano Tropea

La seconda prova (osservativa), 15 minuti di tempo massimo incorniciati da un fischio d’inizio e tre finali secondo lo stile calcistico, prevedeva una parte da svolgere a occhio nudo e un’altra con i telescopi in dotazione. In meno di un minuto, Pietro ha svolto la prima parte, calcolando con le mani l’altezza e l’azimuth della Luna e la sua distanza da alpha Cassiopea. La seconda parte non sarebbe stata di per sé difficile se non fosse stato per la bassa qualità dell’ottica dei telescopi, di cui si sono lamentati in tanti. Infine, nella terza e ultima prova, quella pratica, i ragazzi si sono cimentati in esercizi sull’estinzione atmosferica (Junior), la galassia interagente Arp86 (Senior) e pianeti extrasolari per tutti.

Le gare sono state ideate bene, ma per certi aspetti si tratta di un’edizione delle Olimpiadi un po’ deludente: telescopiucci a parte, ci sono state gite turistiche un po’ improvvisate, cerimonie di apertura e chiusura sbrigative e una sola medaglia in tasca per l’Italia. Se l’astronomia ha un po’ deluso, la gastronomia ha dato il meglio di sé: sembra che siano stati offerti i migliori pasti delle edizioni olimpiche di sempre. I limiti organizzativi sono stati sicuramente determinati dalla tempistica ristretta di quest’anno: possiamo essere sicuri che è stato tutto fatto al meglio delle possibilità.

Foto di gruppo delle 15 squadre nazionali che hanno gareggiato alla XXII edizione delle Olimpiadi Internazionali di Astronomia, svoltesi dal 27 ottobre al 4 novembre nella città cinese di Weihai

Gli altri ragazzi della squadra italiana, ai quali rinnoviamo le congratulazioni per essere arrivati a disputare la finale internazionale, rientrano con un po’ di rimpianto ma sicuramente con una bella esperienza, fatta anche di nuove conoscenze. Tante le chiacchiere con i ragazzi coreani, cinesi e del Bangladesh.

Pietro all’ultimo momento ha messo da parte ogni remora e ha imparato ad usare le bacchette cinesi. È iscritto alla imminente edizione 2018 delle Olimpiadi Italiane (approfitto per ricordare che le iscrizioni sono aperte fino al 22 novembre, qui il bando):  «Benché io abbia solo 14 anni, quest’anno mi tocca competere nella categoria Senior, avendo partecipato alle Internazionali. Servirà una preparazione più raffinata». Ma tanto, Pietro è ottimista.