VOTATO DAI PARTECIPANTI COME PRIMO EX AEQUO

Adass 2017, vince il poster sui radiotelescopi Inaf

“A Public Data Archive for the Italian Radio Telescopes”, il poster firmato da Alessandra Zanichelli e da altri ricercatori dell’Inaf di Bologna e di Trieste presentato la settimana scorsa in Cile nel corso del congresso annuale sul software astronomico, è stato il più votato dalla comunità internazionale

     30/10/2017

Alessandra Zanichelli con il poster vincitore

Come funziona la catena d’acquisizione e raccolta dei dati prodotti ogni giorno dai radiotelescopi italiani? Dove vengono archiviati, e in che formato? Lo spiega il poster presentato da Alessandra Zanichelli, ricercatrice all’Istituto di radioastronomia dell’Inaf di Bologna, nel corso di Adass 2017 (Astronomical Data Analysis Software and Systems), il congresso annuale di riferimento per il software astronomico e i sistemi di analisi dati, che si è tenuto quest’anno a Santiago del Cile dal 22 al 26 ottobre scorsi.

«Al meeting, cinque giorni tutti dedicati al software in astronomia, erano presenti più di 300 partecipanti e sono stati mostrati quasi 180 poster», dice a Media Inaf uno fra i coautori del poster vincitore, Riccardo Smareglia, responsabile dell’ufficio per l’Ict dell’Inaf. «La partecipazione italiana a questo congresso è sempre stata sostenuta, portando sia contributi orali che poster. E quest’anno, quando l’ultimo giorno del convegno si è svolta la tradizionale votazione per il miglior poster, abbiamo avuto anche la soddisfazione di vedere quello di Alessandra, dedicato all’archivio dei dati dei radiotelescopi italiani, eletto primo a pari merito».

L’archivio presentato da Zanichelli e colleghi è un database pubblico – presto accessibile via web (il rilascio è previsto entro fine anno) e conforme alle normative e standard del Virtual Observatory (Vo) – per ospitare i dati dei radiotelescopi italiani gestiti dall’Istituto nazionale di astrofisica. «La quantità di dati forniti dalle moderne tecniche di strumentazione e di osservazione», spiega Smareglia, «sta portando la radioastronomia nell’era dei big data, e le politiche open data, oggi ampiamente adottate, consentono l’accesso libero e aperto a questi dati. Un ingrediente fondamentale per consentire l’open science nella comunità radioastronomica e per impegnarsi anche in pubblico nella cosiddetta citizen science è quindi la disponibilità di archivi pubblici i cui dati possano essere accessibili direttamente o tramite moderni strumenti software».

«L’archivio presentato ad Adass 2017, sviluppato in collaborazione con il Centro italiano per gli archivi astronomici Ia2, permette», conclude Smareglia, «di gestire i vari tipi di dati provenienti dalle diverse strumentazioni di osservazione dei telescopi, l’adozione di una politica per garantire la proprietà dei dati per un periodo dedicato, l’accessibilità dei dati attraverso un’interfaccia web e l’adozione di standard Vo per consentire lo sfruttamento scientifico dell’archivio stesso nell’era del data mining».

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