TUTTA COLPA DELLE MACCHIE SU ZETA PUPPIS

Vento stellare a spirale sulla supergigante blu

Le macchie luminose sulla stella più luminosa della costellazione della Poppa (sessanta volte più grande del Sole e sette volte più calda) sono le responsabili per la creazione della particolare forma del vento stellare che emana da questo oggetto

     25/10/2017

Rappresentazione artistica della supergigante blu Zeta Puppis (detta anche Naos). Crediti: Tahina Ramiaramanantsoa

Si chiama Zeta Puppis (in arte Naos) la supergigante blu più luminosa della costellazione della Poppa, e sta intrigando i ricercatori per i particolari venti stellari spiraleggianti che la circondano. Secondo un recente studio apparso su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, queste strutture estreme e iperveloci sarebbero collegate alle macchie stellari presenti sulla superficie dell’oggetto tra i più luminosi della Via Lattea.

Zeta Puppis è una stella che si muove solinga nello spazio alla velocità ragguardevole di 60 chilometri al secondo ed è grande circa 60 volte più del nostro Sole, con una temperatura di sette volte superiore sulla superficie. Il fatto che sia una stella singola è raro, perché in genere le supergiganti si trovano in sistemi binari o multipli (quindi in compagnia di una o più stelle). Insomma, un proiettile impazzito nell’emisfero celeste australe.

Utilizzando i nanosatelliti dell’ambizioso progetto Brite (Bright Target Explorer), i ricercatori hanno monitorato la luminosità superficiale di Zeta Puppis per sei mesi, controllando il comportamento dei venti stellari con i telescopi terrestri.

«Studiando la luce emessa a una determinata lunghezza d’onda dall’elio ionizzato nel vento stellare, abbiamo visto chiaramente alcune strutture a forma di “S”», nota il primo autore dello studio, Tahina Ramiaramanantsoa, dottorando presso l’Università di Montréal, riferendosi alle regioni di interazione rotatoria (co-rotating interaction regions o Cir) provocate dalle macchie luminose sulla superficie. Queste strutture spiraleggianti hanno una periodicità di 1,78 giorni.

Le origini fisiche delle macchie luminose superficiali e delle variazioni di luminosità scoperte su Zeta Puppis rimangono ancora sconosciute e saranno oggetto di ulteriori indagini, che probabilmente richiederanno molte più osservazioni utilizzando diversi telescopi spaziali e terrestri.

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