VENERDÌ 14 LUGLIO E GIOVEDÌ 3 AGOSTO

Galileo e Schubert alla Specola di Padova

Teatro, musica e astronomia per i 250 anni della specola patavina. Due gli appuntamenti nel cartellone estivo: lo spettacolo di Andrea Pennacchi “Galileo. Le montagne della luna e altri miracoli” e l’esecuzione della “Grande” di Schubert accompagnata da proiezioni astronomiche

     13/07/2017

Da sx: Giorgio Gobbo e Andrea Pennacchi. Crediti: Mauro Ranzato / Teatro Boxer

Nell’ambito della rassegna Specola 2.5.0, due proposte per comunicare la scienza e l’astronomia attraverso il teatro e la musica. Il primo dei due appuntamenti padovani che prenderanno vita nel Cortile del Castello Carrarese è “Galileo. Le montagne della luna e altri miracoli” di Andrea Pennacchi, in scena venerdì 14 luglio accompagnato delle musiche dal vivo di Giorgio Gobbo. Lo spettacolo racconta la storia di Galileo, che a Padova trascorse «i diciotto migliori anni della sua vita» dal momento in cui rivolse il suo cannocchiale verso il cielo e con la meraviglia di un bambino scoprì un mondo nuovo. Lo spettacolo – che nasce da un progetto per le scuole superiori grazie ad Arteven – prenderà vita in una versione arricchita dalla performance di Vittorio Bustaffa, docente della Scuola internazionale Comics di Padova, che eseguirà dal vivo una tela raffigurante scene tratte dal monologo.

È invece in programma per giovedì 3 agosto l’esecuzione dal vivo dell’ultimo capolavoro sinfonico di Schubert, la Sinfonia n. 8, nota come “La Grande”. Dalla collaborazione con Marco Angius, direttore artistico e musicale dell’Orchestra di Padova e del Veneto, è nata l’idea di accompagnare visivamente l’ascolto con le “Proiezioni nel Cosmo”, una selezione di immagini astronomiche curata dell’Inaf di Padova.

La Specola di Padova. Crediti: Simone Zaggia, INAF Padova

«I rapporti tra musica e astronomia sono molto antichi: basterebbe, per tutti, citare il nome di Athanasius Kircher e i suoi studi sull’armonia delle sfere», ricorda Angius. «Rotazione orbitale, traiettorie, risonanze di fondo sono termini che abitano anche il lessico musicale, soprattutto quello contemporaneo. In fondo, il ritmo indica il movimento concettuale nello spazio, la melodia è una traiettoria, l’armonia è un allineamento di pianeti e via dicendo. Tuttavia il valzer dell’astronave sulle note di Strauss in 2001 Odissea nello spazio si avvicina forse di più a quanto tentiamo di esplorare con questo primo incontro: immagini futuribili e proiezioni cosmiche, non devono necessariamente corrispondere a musiche astratte quanto piuttosto suoni che rappresentano la sospensione temporale, l’infinitamente vuoto come l’infinitamente colmo. In tal senso la musica di Schubert, e in particolare la sua ultima sinfonia ritrovata postuma, la cosiddetta “Grande”, incarna in pieno questi concetti: Schubert è noto per aver inventato nuovi codici compositivi rispetto alla sua epoca, quelli della ripetizione che prolifera a oltranza, dell’estensione spazio-temporale della forma e della geometria formale usata in senso dinamico».

Le serate estive all’Osservatorio di Padova proseguiranno con l’apertura serale del Museo “La Specola” (tutti i mercoledì estivi fino al 20 settembre) e con i “Giovedì dell’Astronomia”, un ciclo di conferenze pubbliche e gratuite nel corso delle quali gli astronomi presenteranno le loro ricerche di punta, con particolare attenzione a quelle tematiche nelle quali l’Osservatorio si è distinto nel corso della sua storia.

La rassegna Specola 2.5.0, che si concluderà il 29 settembre 2017 con la Notte europea della ricerca, è promossa dall’Istituto nazionale di astrofisica, dall’Università di Padova e dal Comune di Padova.