L’IMMAGINE DEL GREEN BANK TELESCOPE

Orione A in ammoniaca

La dettagliatissima ripresa del radiotelescopio della National Science Foundation negli Stati Uniti mostra un filamento di gas lungo 50 anni luce dove la materia sta condensando e si stanno accendendo nuove stelle

     15/06/2017

Una sinuosa striscia luminosa nella nebulosa di Orione evidenzia l’emissione radio captata dal radiotelescopio Gbt delle molecole di ammoniaca in quella regione. Sullo sfondo, in blu, è stata sovrapposta la ripresa nell’infrarosso ottenuta dal satellite WISE della NASA che traccia l’emissione della polvere. Crediti Gbo/Aui/Nsf

Un filamento di gas lungo 50 anni luce dove la materia sta condensando e si stanno accendendo nuove stelle. È questo il soggetto della dettagliatissima immagine appena rilasciata da un gruppo di ricercatori dell’Università di Tornoto in Canada e dell’Istituto Max-Planck per la Fisica Extraterrestre a Garching in Germania. Immagine ottenuta grazie alle riprese con il radiotelescopio statunitense Green Bank Telescope (Gbt) di una porzione della Nube Molecolare di Orione (Orion Molecular Cloud, Omc) , nota come Orione A: una attiva nursery stellare ricca di astri brillanti e di recentissima formazione, avvolti da luminose distese di gas molto caldo.

L’immagine è stata ottenuta captando i deboli segnali radio emessi dalle molecole di ammoniaca presenti nelle nubi di gas interstellare, che permettono di tracciare il moto e conoscere la temperatura di ampie zone di gas dove si stanno formando nuove stelle. Ad essa è stata sovrapposta una ripresa della stessa regione ma nella banda dell’infraosso, ottenuta dal telescopio Wise della Nasa.

«Ora abbiamo una visione senza precedenti del freddo e denso gas dal quale si formano stelle come il nostro Sole», dice Jaime E. Pineda, dell’Istituto Max-Planck, uno dei responsabili della campagna osservativa Green Bank Ammonia Survey (Gas) durante la quale è stata realizzata l’immagine. «Speriamo che immagini come questa ci aiutino a determinare quanta energia rotazionale è presente nelle regioni dove si formano nuove stelle. Questo aspetto è fondamentale per capire come si formano i dischi protoplanetari».

 

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