IN VISTA DI UN CAPODANNO DAVVERO SPECIALE

New Horizons schiaccia un pisolino

Ha già percorso metà del cammino che separa Plutone dal planetoide KBO-2014 MU69, sua prossima meta, e la sonda New Horizons può ora concedersi diversi mesi di riposo in ibernazione. Il sorvolo ravvicinato del piccolo corpo ghiacciato, il più lontano mai esplorato nel Sistema solare, è previsto per il primo gennaio 2019

     05/04/2017

In preparazione del sorvolo ravvicinato di New Horizons sul KBO denominato 2014 MU69 del 1° gennaio 2019, la fotocamera Lorri (Long Range Reconnaissance Imager) ha ripreso il campo di stelle di sfondo vicino alla posizione del suo target. Il rombo giallo segna la posizione prevista di KBO-2014 MU69 al momento dell’avvicinamento, ma l’oggetto in sé non è visibile in quanto ancora troppo lontano dalla navicella (877 milioni di chilometri). Il piccolo corpo ghiacciato (qualche decina di km di diametro) diventerà visibile per l’occhio telescopico di Lorri solo nel settembre del 2018. Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute

Sfrecciando a più di 50mila chilometri all’ora oltre le colonne d’Ercole del Sistema solare, la sonda spaziale New Horizons della Nasa è arrivata a metà strada tra la sua precedente storica destinazione – il pianeta nano Plutone, che ha sorvolato il 14 luglio del 2015 – e la nuova ambiziosa meta dal nome dimesso, 2014 MU69, il planetoide della fascia di Kuiper (KBO, Kuiper Belt Object) individuato dal telescopio spaziale Hubble e che New Horizons visiterà di passaggio il primo gennaio 2019. La distanza ancora da percorrere per festeggiare questo specialissimo capodanno, che segnerà il record per il mondo più distante mai visitato, è di oltre 750 milioni di chilometri.

Per sfuggire al tedio del viaggio, ma soprattutto per risparmiare energie, la sonda spaziale entrerà nuovamente in stato d’ibernazione il prossimo 7 aprile, quando verrà inviato il relativo comando dal centro di controllo della missione al Johns Hopkins Applied Physics Laboratory di Laurel, nello stato americano del Maryland.

I 157 giorni di riposo previsti prima della successiva riattivazione dei computer di bordo sono stati certamente bene meritati. New Horizons è rimasta ininterrottamente “sveglia” per quasi due anni e mezzo, dal 6 dicembre 2014; da allora, oltre al flyby di Plutone e ai 16 mesi successivi necessari per inviare a Terra i dati di quello storico incontro, la sonda ha lavorato alacremente per realizzare osservazioni su una dozzina di oggetti nella cintura di Kuiper, raccogliere dati esclusivi sulla polvere e sulle particella cariche presenti nella Cintura di Kuiper, studiare l’idrogeno gassoso che permea l’eliosfera, quel vasto spazio attorno alla nostra stella in cui domina il vento solare.

Crediti: Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory

«Il sorvolo ravvicinato di MU69 del gennaio 2019 è il prossimo grande evento per noi», commenta Hal Weaver, membro della missione al Johns Hopkins Applied Physics Laboratory, «ma New Horizons si configura realmente come una missione per esplorare in modo più ampio la fascia di Kuiper».

New Horizons è attualmente a 5.7 miliardi di chilometri dalla Terra; a quella distanza, un segnale radio inviato dal controllo di missione impiega circa cinque ore e 20 minuti raggiungere la nave spaziale. Al momento, dicono da Laurel, tutti i sistemi della sonda sono integri e funzionano normalmente, e il veicolo spaziale è perfettamente indirizzato verso il suo futuro party di capodanno.

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