OSSERVERÀ L’UNIVERSO IN BANDA UV

Un telescopio spaziale commerciale

Ha già superato le prime fasi di progettazione e potrebbe essere messo in orbita nel decennio del 2020. Stiamo parlando del Public Telescope, progetto di un istituto privato tedesco. L’obiettivo? Estendere le osservazioni astronomiche dallo spazio a un pubblico non limitato agli scienziati. L'intervista a Christian Wiederer, co-fondatore di astrofactum

     30/03/2017

Rappresentazione artistica del Public Telescope. Crediti: astrofactum GmbH / Benjamin Häußler

Si chiama astrofactum GmbH, è un istituto privato tedesco di astronomia e tecnologie spaziali e ha lanciato di recente un progetto che vedrà la realizzazione del primo telescopio spaziale commerciale aperto al pubblico: il Public Telescope. Lo scopo principale del progetto è quello di estendere le osservazioni astronomiche dallo spazio ad un pubblico internazionale sempre più vasto e non solamente ai professionisti. Una volta che sarà messo in orbita, chiunque potrà avere accesso al telescopio da casa attraverso il web, si tratti di astrofili, insegnanti o scienziati. Lo strumento ha già superato alcune fasi di progettazione e l’obiettivo è quello di porlo in orbita nel decennio del 2020.

Lo specchio primario del telescopio, basato su un sistema ottico Ritchey-Chrétien-Cassegrain, avrà un diametro di 80cm e opererà sostanzialmente in banda ultravioletta. Grazie ad una particolare tecnologia, la risoluzione angolare nello spettro ottico avrà un limite teorico di 0,15 secondi d’arco.

Christian A. Wiederer

Ma come è nata l’idea di realizzare questo progetto? Media Inaf lo ha chiesto a Christian A. Wiederer co-fondatore di astrofactum: «L’idea iniziale è collegata a un software, chiamato Lucam Recorder (un’applicazione per fotografia planetaria), sviluppato da Heiko Wilkens fondatore di astrofactum. Durante una chiacchierata con amici e partner, Wilkens stava pensando a come migliorare l’acquisizione delle immagini dei pianeti effettuando lunghe esposizioni. Secondo lui, il modo migliore per ottenere immagini nitide era farlo senza essere limitati dall’atmosfera terrestre. A quel punto uno dei colleghi disse: “Bene, allora dobbiamo mettere una camera nello spazio, lì non c’è atmosfera”. Ecco, questo è stato l’inizio di tutto e da lì in poi si sono susseguite una serie di calcoli, per quantificare i costi e fare valutazioni di mercato, e di discussioni con esperti. Insomma, alla fine abbiamo preso la decisione di realizzare il progetto del Telescopio Pubblico. Ad oggi, la pianificazione del budget, basata su una stima di costi valutata da Estec (European Space Research and Technology Centre) e astrofactum, ammonta a circa 100 milioni di euro. Nel 2015, il finanziamento del progetto da parte della Commissione Europea (50mila euro) è stato un segnale importante per i potenziali investitori. Siamo davvero contenti della stima e della fiducia che la Commissione Europea ha posto in questo progetto».

Il Telescopio Pubblico rappresenta una sorta di osservatorio UV universale a complemento di quelli già esistenti, soprattutto nel campo della spettroscopia, e sarà dotato di rivelatori per l’infrarosso che permetteranno di eseguire osservazioni fotometriche. Infatti, tra le diverse bande dello spettro elettromagnetico, quella Uv è importante per la sua straordinaria rilevanza nello studio dell’abbondanza e distribuzione di atomi e molecole presenti in diversi ambienti astrofisici. L’importanza delle precedenti missioni spettroscopie in banda Uv, come Copernicus, Iue, Orfeus, Fuse e Hst, dimostrano l’evidente importanza per la nostra comprensione dell’universo. Le osservazioni in banda Uv richiedono, infatti, osservatori spaziali, dato che l’atmosfera terrestre è opaca alla radiazione a lunghezze d’onda inferiori a 300 nm. «Non esistono al momento future missioni Esa o Nasa dedicate a studi di spettroscopia in banda Uv», dice Wiederer, «soprattutto una volta che il telescopio spaziale Hubble andrà in pensione nel 2020. Il suo successore, Jwst, è stato  concepito per osservare in banda infrarossa e perciò non sarà dotato di rivelatori Uv».

Il Telescopio Pubblico sarà utilizzato per lo studio dei corpi celesti del sistema solare, di sistemi stellari e di pianeti extrasolari presenti nella Via Lattea e di oggetti extragalattici che potranno essere fotografati su tempi scala che vanno da qualche ora a qualche mese. L’utilizzo di altre camere permetterà poi l’invio a terra delle immagini acquisite. «Abbiamo diverse opzioni per la trasmissione dei dati. Una di queste riguarda la comunicazione tra il satellite e la Terra attraverso la stazione di Svalbard, in Norvegia, che sarà sorvolata ogni circa 105 minuti», dice Wiederer. «I comandi, la programmazione e la telemetria del satellite saranno gestiti da un sistema di comunicazione a banda bassa. I dati relativi alle osservazioni saranno invece gestiti da un sistema di comunicazione downlink a banda larga. Stiamo considerando altre opzioni per la trasmissione dei dati mediante, ad esempio, l’utilizzo di diverse stazioni a terra. Il tema della comunicazione rappresenta una delle parti più importanti della prossima fase progettuale. La cosa più importante, però, rispetto ai dettagli tecnici sarà vedere come coinvolgere gli istituti di astrofisica internazionali che vogliono sfruttare le capacità osservative del telescopio».

Illustrazione del Telescopio Pubblico. Crediti: astrofactum GmbH / Benjamin Häußler

Gli utenti del telescopio pubblico saranno in grado di realizzare fotografie di particolari oggetti celesti come pianeti, stelle o galassie attraverso un sito web semplice e di facile utilizzo. La procedura di accesso a questi oggetti verrà enormemente semplificata e basterà essere dotati di una connessione ad internet. Inoltre, il telescopio pubblico sarà accessibile sui dispositivi mobili e tablet attraverso una apposita applicazione. Lo strumento offrirà un’ampia gamma di funzioni e configurazioni personalizzabili, quali ad esempio l’inserimento di coordinate, la selezione di fotocamere, la scelta del tempo di esposizione o dei filtri di colore e molto altro. Si tratta di una opportunità senza precedenti non solo per i professionisti ma soprattutto per gli astrofili e gli appassionati di astronomia in generale.

In particolare, gli studenti avranno l’opportunità di realizzare progetti di studio mirati all’osservazione e all’analisi di vari oggetti celesti (pianeti, nebulose, stelle, galassie, etc.) rendendo così le lezioni molto più divertenti e pratiche. In più, i ragazzi saranno in grado di vedere, in tempo reale, come gli altri utenti, siano essi astrofili o professionisti, utilizzano il telescopio e magari acquisire quella esperienza che gli permetterà in futuro di utilizzare lo strumento in maniera indipendente. Il team promuoverà una serie di iniziative tramite comunicati stampa e altre risorse accessibili dal sito web per dare una maggiore enfasi affinchè il telescopio sia utilizzato soprattutto per scopi educativi. Quindi non solo astronomi amatori o professionisti, ma istituti, scuole e università saranno incoraggiati a presentare le proprie idee e progetti ancor prima che lo strumento diventi operativo.

«Il sistema che gestisce la sottomissione delle proposte rappresenta un altro punto importante delle prossime fasi del progetto», conclude Wiederer. «Forniremo diverse modalità per sfruttare le capacità osservative del telescopio. Istituti e scienziati potranno collaborare con astrofactum e manifestare il proprio interesse per chiedere tempo osservativo. Il modo in cui si svolgerà questa attività sarà comunque simile tecnicamente a quello degli attuali telescopi spaziali».