SENZA DI LORO, NIENTE “SETTE PIANETI”

Finanziamenti Erc, tutti i segreti alla Sapienza

Sono grant da milioni di euro, le borse più ambite da ricercatrici e ricercatori europei. Come aggiudicarsele? Sarà l'argomento d’incontri e workshop in programma dal 13 al 16 marzo, a Roma, per la “Sapienza Erc Week”. Ne parliamo con due astronome invitate all’evento, Monica Tosi e Raffaella Schneider

     10/03/2017

«Senza il finanziamento dell’Unione europea questa scoperta non sarebbe stata possibile». La scoperta in questione è quella dei sette pianeti grandi come la Terra individuati attorno alla stella Trappist-1. A pronunciare la frase è l’astronomo alla guida del team che ha compito lo studio, Michaël Gillon. E il finanziamento al quale si riferisce, quello che ha reso possibile la scoperta, è uno dei grant dello European Research Council (Erc), il Consiglio europeo della ricerca: la principale agenzia europea a sostegno della ricerca scientifica.

Istituito nel 2007 con il Settimo programma quadro, per celebrare il suo decimo anniversario quest’anno l’Erc organizza la “Erc Week”, una settimana d’eventi in calendario a Bruxelles e in tutt’Europa dal 13 al 19 marzo. A Roma, la Sapienza si unirà alle celebrazioni proponendo la “Sapienza Erc Week”. Il programma prevede, da lunedì 13 a giovedì 16 marzo, una serie di iniziative rivolte sia alla comunità scientifica che al grande pubblico.

«Lo European Research Council è l’agenzia dell’Unione Europea che da 10 anni finanzia le borse più cospicue e prestigiose del continente», spiega Monica Tosi, astrofisica all’Inaf di Bologna e valutatrice di proposte Erc. «La missione esplicita dell’Erc è quella di favorire la massima qualità della ricerca in Europa mediante finanziamenti su base competitiva di progetti di eccellenza scientifica in qualsiasi disciplina, da quelle umanistiche a quelle astrofisiche, proposti da candidati eccellenti. Queste borse sono così prestigiose da avere un impatto fortissimo sulla carriera dei vincitori, almeno in paesi con sistemi più flessibili del nostro: il 35 per cento dei vincitori più giovani ottiene un posto da professore ordinario (o equivalente) entro pochi anni dall’ottenimento della borsa».

«Le selezioni delle borse Erc avvengono su base estremamente competitiva e purtroppo i candidati delle istituzioni italiane mediamente hanno un tasso di successo inferiore a quello di altri paesi dell’Unione. Scopo dell’incontro alla Sapienza», sottolinea Tosi, che nel suo intervento del 14 marzo, alle 17:30, illustrerà i punti di forza e di debolezza delle proposte Erc, «è cercare di dare informazioni e suggerimenti che possano aiutare i nostri candidati e le nostre istituzioni a presentare le proposte in forma più convincente».

«I progetti finanziati con le borse Erc», aggiunge Raffaella Schneider del Dipartimento di fisica della Sapienza, astronoma associata all’Inaf e vincitrice nel 2012 di un grant Erc da un milione di euro, «devono essere “high-risk, high-gain”: devono esplorare nuove strade, nuove metodologie. Questo ha sempre un margine di rischio, ma offre anche una grande potenzialità di scoperta».

Uno sforzo che vale decisamente la pena. I numeri sono impressionanti: nei suoi primi dieci anni di attività, l’Erc ha finanziato circa 6500 progetti (scelti fra oltre 62mila proposte), dai quali sono scaturiti almeno 40mila articoli scientifici su riviste peer reviewed. Fra le ricercatrici e i ricercatori che si sono aggiudicati un grant Erc, si contano oggi 6 premi Nobel, 3 medaglie Fields e 5 premi Wolf. Il budget complessivo annuale nel 2016 è arrivato a sfiorare 1,7 miliardi di euro. Un budget che oggi rappresenta il 17 per cento dell’intero investimento previsto per Horizon 2020: 13,1 miliardi di euro (sui 77 complessivi di H2020) che andranno a finanziare l’attività di 7mila ricercatrici e ricercatori d’eccellenza e – considerando che in media ogni progetto coinvolge sette persone – dei 42mila membri dei loro team. Ricercatrici e ricercatori di qualsiasi età e nazionalità, che intendano svolgere attività di ricerca di frontiera negli stati membri dell’Unione europea o nei paesi associati.

Le prime due giornate dell’evento romano, lunedì 13 e martedì 14, saranno interamente dedicate a workshop di approfondimento sul tema “Come presentare una proposta di successo in ambito Erc”, e dunque rivolte ai potenziali partecipanti alle prossime call. Mercoledì 15 marzo, invece, la Sapienza ospiterà un programma rivolto a tutti, gli “Erc Open Labs”. «È un’iniziativa si propone di avvicinare il pubblico a queste ricerche», dice Schneider, «che spaziano dall’astrofisica alla fisica delle particelle, dallo studio dei sistemi complessi alla computazione quantistica. E sarà possibile anche visitare alcuni dei laboratori di ricerca coinvolti».

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