EFFETTO SERRA E CLIMA MITE

Quando il metano scaldava Marte

Qualche miliardo di anni fa il Pianeta rosso era un pianeta diverso da come lo conosciamo oggi. Basti pensare che l’acqua correva nei canali in forma liquida per lunghi periodi, e questo grazie all’interazione fra i gas presenti nell’atmosfera

     25/01/2017

Crediti: NASA

Un tempo c’era acqua su Marte e non solo in forma ghiacciata, lo abbiamo scritto più e più volte anche su Media INAF. Sulla superficie del quarto pianeta del Sistema solare c’era abbastanza calore da consentire lo scorrere dell’acqua liquida nei canali marziani, ma questo ha un che di paradossale: Marte è lontano dal Sole quasi 228 milioni di chilometri, e 3-4 miliardi di anni fa (quando storicamente l’acqua sarebbe esistita allo stato liquido) la temperatura era comunque già troppo rigida. Già da tempo gli scienziati hanno trovato la risposta al mistero nel metano e nell’effetto serra che avrebbe scaldato a intermittenza il pianeta consentendo lo scorrere dell’acqua e la possibilità, almeno in teoria, di ospitare forme di vita. Stando a uno studio pubblicato dai ricercatori della Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences (SEAS) su Geophysical Research Letters l’interazione di diversi elementi in forma gassosa (anidride carbonica, metano e idrogeno) nell’atmosfera marziana primordiale avrebbe creato periodi di clima mite.

L’atmosfera del nostro vicino planetario è composta principalmente di anidride carbonica (95 per cento). Sicuramente ha giocato un ruolo nell’effetto serra che avrebbe riscaldato Marte, ma di certo non è l’unico elemento responsabile. Le atmosfere dei pianeti rocciosi perdono i gas più leggeri, come l’idrogeno, nel corso del tempo (proprio il colore ossidato di Marte che ne ha fatto il “Pianeta rosso” è il risultato diretto della perdita di idrogeno). L’atmosfera di Marte era ricca di metano – oggi non è più così – che veniva rilasciato tramite processi geologici dal terreno. Il metano veniva lentamente trasformato in idrogeno e in altri gas in processi simili a quelli in corso oggi su Titano, la grande luna di Saturno.

Per comprendere meglio l’atmosfera marziana di miliardi di anni fa, i ricercatori guidati dal giovane Robin Wordsworth hanno osservato cosa accade quando metano, idrogeno e anidride carbonica collidono e come le molecole interagiscono con i protoni. «Abbiamo trovato che questa combinazione porta a un forte assorbimento di radiazione (cioè calore, ndr)», ha spiegato. «Il nostro studio mostra che l’effetto serra di idrogeno e metano è stato sottovalutato». Mentre è proprio questa interazione che ha portato a periodi di temperature elevate e di umidità su Marte, tanto da poter ipotizzare l’eventualità, nel passato del pianeta, di periodi in cui c’erano condizioni adatte alla vita, anche se solo batterica.

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