NE PARLIAMO CON MARIA TERESA CAPRIA

ESA, l’archivio dei pianeti s’è rifatto il look

L’ESA ha lanciato la nuova versione del sito Planetary Science Archive, lo strumento web che permette di consultare i dati raccolti da tutte le missioni spaziali di esplorazione di pianeti, lune e piccoli oggetti del Sistema solare. Il nuovo design, ma soprattutto il potenziamento delle funzioni di ricerca, permetterà un accesso più semplice per gli scienziati a tutti i dati ad oggi disponibili.

     19/01/2017

La nuova interfaccia web del Planetary Science Archive dell’ESA. Crediti: ESA

Il Planetary Science Archive (PSA) è un’interfaccia web progettata per gli scienziati che, per le loro ricerche, abbiano necessità di accedere ai dati raccolti dalle missioni di osservazione planetaria dell’ESA. I dati disponibili sono stati calibrati dai team dei vari strumenti e peer-reviewed da esperti indipendenti. Le osservazioni sono compatibili con gli standard del Planetary Data System (PDS), per garantire la conservazione a lungo termine dei dati per almeno dieci anni.

La nuova interfaccia, grazie all’applicazione di un’avanzata tecnologia di archiviazione digitale, permette agli utenti di poter fare ricerche in modo più veloce e affidabile. La varietà di opzioni di ricerca messe a disposizione è stata realizzata per rispondere alle diverse esigenze espresse dalla comunità degli utenti.

Gli scienziati possono ora consultare l’archivio selezionando una specifica missione, uno specifico strumento o uno specifico tipo di strumento. È inoltre possibile effettuare ricerche che coinvolgono varie missioni, o strumenti, per accedere a tutti i dati raccolti su un particolare oggetto. Tutti i dati disponibili per ogni missione possono inoltre essere scaricati in blocco con un solo clic, tramite la funzione FTP.

Un esempio delle nuove funzionalità del PSA dell’ESA. Crediti: ESA

Gli utenti possono anche selezionare un determinato intervallo di tempo, e hanno la possibilità di scegliere se accedere ai dati grezzi o a quelli calibrati. Per le osservazioni per le quali sono disponibili immagini, la nuova interfaccia mostra delle miniature, in modo da rendere più semplice la selezione delle stesse.

«Il Planetary Science Archive, giunto ora alla quinta versione», spiega a Media INAF Maria Teresa Capria dell’INAF IAPS di Roma, «è nato diversi anni fa allo scopo di custodire e rendere disponibili a tutta la comunità scientifica i dati raccolti dalle missioni spaziali ESA dedicate al Sistema solare. Secondo la policy dell’ESA, infatti, tutti i dati devono essere messi a disposizione della comunità al termine del periodo (solitamente dell’ordine dei mesi) durante cui il diritto di utilizzo dei dati è riservato al team che ha progettato e costruito lo strumento da cui i dati provengono. Il PSA negli anni si è molto evoluto, e offre ormai anche una interfaccia grafica molto pratica da usare per la scelta dei dati da analizzare: ad esempio, un tool che permette di scegliere dati dalle missioni su Marte sulla base delle coordinate geografiche della zona di interesse».

La pagina del PSA ESA da cui è possibile selezionare la missione di interesse.
Crediti: ESA.

L’archivio raccoglie dati riferiti a oltre tre decenni di esplorazione spaziale del Sistema solare delle missioni ESA, inclusi quelli di missioni attualmente in corso di svolgimento, come Mars Express e ExoMars 2016. Sono disponibili i dati post operazioni di missioni come Rosetta (che ha osservato anche pianeti e asteroidi durante il flyby) e quelli raccolti nel corso di missioni completate da tempo, come Giotto, che ha visitato cometa di Halley nel 1986, SMART-1, che ha osservato la Luna tra il 2003 e il 2006, Huygens della missione internazionale Cassini, che atterrò sulla più grande luna di Saturno, Titano, nel 2005, e Venus Express, che ha studiato Venere nel periodo 2006-2014.

La quantità di dati è davvero impressionante: si parla finora di circa 10 milioni di singole osservazioni, pari a quasi 50 terabyte di volume, tutti a disposizione della comunità scientifica da una singola interfaccia. Insomma, l’intero Sistema solare a portata di click.