IL “FELTRINELLI 2016” PER L’ASTRONOMIA

Ottica adattiva made in Inaf premiata ai Lincei

Il riconoscimento assegnato a Roberto Ragazzoni e Piero Salinari dell'Istituto nazionale di astrofisica per aver creato in Italia una vera e propria scuola di ottica adattiva astronomica, la cui eccellenza è riconosciuta a livello internazionale

     11/11/2016
Piero Salinari (a sinistra) e Roberto Ragazzoni All'Accademia dei Lincei, dove hanno ricevuto oggi il Premio "Antonio Feltrinelli" 2016 per l'Astronomia

Piero Salinari (a sinistra) e Roberto Ragazzoni all’Accademia dei Lincei, dove hanno ricevuto oggi il premio “Antonio Feltrinelli” 2016 per l’Astronomia

Roberto Ragazzoni e Piero Salinari, ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), hanno ricevuto oggi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2016/2017 dell’Accademia dei Lincei, il prestigioso Premio “Antonio Feltrinelli” 2016 per l’Astronomia. A consegnarlo, il presidente dell’Accademia, Alberto Quadrio Curzio.

Ai due scienziati, rispettivamente afferenti all’Inaf di Padova e all’Inaf di Arcetri, viene riconosciuto congiuntamente il premio per aver creato in Italia una vera e propria scuola di ottica adattiva astronomica la cui eccellenza è ampiamente riconosciuta a livello internazionale, come dimostra anche la partecipazione a grandi progetti internazionali che riguardano la progettazione di telescopi attuali e di futura generazione.

Lo sviluppo, nel corso di questi ultimi decenni, di sistemi di ottica attiva e adattiva sempre più perfezionati è stato cruciale per la costruzione dei grandi telescopi riflettori dell’era moderna, consentendo la compensazione del deterioramento del seeing dovuto alla turbolenza atmosferica. Le limitazioni sulla qualità delle immagini introdotte dall’atmosfera limitano la potenzialità di avere a disposizione le grandi aree collettrici di luce degli specchi primari, le cui deformazioni indotte dalla forza di gravità venivano corrette da sistemi di ottica attiva.

Misurare, controllare e “addomesticare” la luce delle stelle è l’imperativo che accomuna tutti i grandi telescopi di recente generazione. Le lenti e gli specchi, che si adattano alla forma distorta della luce dopo aver attraversato la nostra atmosfera turbolenta, formano i “mattoni” di quella che si chiama, appunto, ottica adattiva: una tecnologia sviluppata soprattutto in Italia.

Roberto Ragazzoni, in forza all’Inaf di Padova, ha ideato e sviluppato il sensore di fronte d’onda cosiddetto “a piramide”, che presenta grandi vantaggi rispetto ai suoi predecessori già in uso in campo astronomico, aumentando la qualità ottica delle immagini, sia in termini di sensibilità che di prestazioni raggiungibili. Il sensore di fronte d’onda a piramide, concepito nel 1995, viene realizzato sperimentalmente per il Telescopio nazionale Galileo assieme al gruppo di Arcetri. Questa occasione è solo l’inizio di una proficua collaborazione con il gruppo di Firenze, con il quale verranno messi a punto le camere per immagini e nuovi sistemi di ottica adattiva a grande campo che, sperimentati in Cile sul Very Large Telescope, verranno poi implementati a bordo dello strumento LINC/NIRVANA del Large Binocular Telescope (LBT), il più grande telescopio esistente con due primari di 8,4m di diametro su un’unica montatura (di fatto un interferometro di Fizeau).

Piero Salinari, all’Osservatorio astrofisico di Arcetri dell’Inaf, ha ideato e realizzato le tecnologie per utilizzare lo specchio secondario del telescopio, come correttore di fronte d’onda, con grandi vantaggi rispetto al sistema classico del cosiddetto tip-tilt. Salinari, nel mettere in evidenza i vantaggi che potevano derivare dall’applicazione di un secondario adattivo per i grandi telescopi, ne ha proposto la realizzazione per il Large Binocular Telescope (LBT). L’idea fondamentale è stata quella di utilizzare specchi secondari curvi estremamente sottili e accurati, minimamente ancorati al corpo della struttura mediante una membrana centrale per impedire gli slittamenti trasversi. La compensazione delle deformazioni delle superfici riflettenti dovute alla gravità, potevano essere garantite dall’impiego di un grande numero di attuatori elettromagnetici attivati in tempo reale all’interno di un sistema di controllo della qualità dell’immagine.

L’utilizzo congiunto di questi due elementi innovativi ha consentito di ottenere un sistema adattivo di ordine elevato con grandi vantaggi per l’indagine astronomica, permettendo di raggiungere la più alta correzione adattiva mai ottenuta in precedenza nel vicino infrarosso, con una risoluzione angolare teorica corrispondente e quella di un telescopio di 28 metri di diametro.

«Senza dubbio un riconoscimento che premia in primo luogo la determinazione dei tanti che hanno voluto implementare nel Large Binocular Telescope idee nuove, senza alcun indugio o scetticismo, un vero e proprio laboratorio di idee, prima che di vetro e metallo…», dice Ragazzoni.

«Tra i tanti che hanno trasformato disegni in realtà, oltre ai moltissimi colleghi, anche le industrie, in primis quella Italiana. Un risultato che ora viene capitalizzato scientificamente anche su altri telescopi ed in commesse di interesse da tutto il mondo», aggiunge Salinari.

Il Premio Feltrinelli, considerato il “Nobel italiano”, è uno tra i più prestigiosi premi italiani, istituito dall’imprenditore e artista Antonio Feltrinelli, e assegnato annualmente dall’Accademia Nazionale dei Lincei in cinque ambiti disciplinari differenti. Il premio viene assegnato ad personam, tenendo conto dell’intero curriculum degli studiosi, da una giuria formata dai membri dell’Accademia e da esperti esterni, valorizzando ricerche e studi che rappresentino eccellenze di livello internazionale.

Guarda l’intervista a Roberto Ragazzoni su INAF-TV: