IL BAGLIORE SPETTRALE DI UNA STELLA ZOMBIE

Granchietto o scherzetto?

Halloween si avvicina e la NASA ci propone la rituale immagine a tema. In questo caso la famosa e studiatissima nebulosa del Granchio - il resto di una supernova vista esplodere nel 1054 - ammantata di un fascino spettrale. Una stella morta, sì, ma il cui “cuore” ancora batte 30 volte al secondo...

     28/10/2016
Crediti: NASA/ESA, ringraziamenti: M. Weisskopf/Marshall Space Flight Center

Crediti: NASA/ESA, ringraziamenti: M. Weisskopf/Marshall Space Flight Center

Il bagliore spettrale emanato da una stella ormai defunta, esplosa molto tempo fa in supernova, si disvela in questa tenebrosa immagine della nebulosa del Granchio, ripresa dall’infaticabile telescopio spaziale Hubble. Ma sotto il velo di macerie ecco apparire un fremito vitale: sepolto al centro della diafana nube, c’è un cuore di tenebra che batte con precisione ritmica.

Filmato time-lapse della nebulosa del Granchio costituito da 10 esposizioni ottenute da Hubble tra settembre e novembre 2005 dalla Advanced Camera for Surveys. Crediti: NASA/ESA, ringraziamenti: J. Hester (Arizona State University)

Filmato time-lapse della nebulosa del Granchio costituito da 10 esposizioni ottenute da Hubble tra settembre e novembre 2005 dalla Advanced Camera for Surveys. Crediti: NASA/ESA, ringraziamenti: J. Hester (Arizona State University)

Questo “cuore” è in realtà una stella di neutroni, il nucleo collassato dell’originaria stella esplosa, che racchiude la stessa massa del Sole in una sfera ultra-densa con diametro di pochi chilometri. Questo zombie extra-compatto ruota vorticosamente su sé stesso 30 volte al secondo, inducendo un campo magnetico talmente potente da generare una corrente di mille miliardi di Volt. È proprio l’intensa attività energetica della pulsar a scuotere la nube con dei fronti d’onda che si diffondono ad anello, come quando si lancia un sasso in uno stagno.

Il gas caldo della nebulosa brilla in tutto lo spettro elettromagnetico, dalle onde radio ai raggi X. Le immagini di Hubble sono ovviamente riprese in luce visibile. L’immagine originale in bianco e nero, ottenuta tra il gennaio e il settembre del 2005, viene qui presentata con tonalità di verde che rappresenta la gamma di colore del filtro utilizzato nell’osservazione.