NEGLI ULTIMI GIORNI DELLA MISSIONE ROSETTA

Kepler a caccia della cometa 67P

La cometa Churiumov-Gerasimenko è stata ripresa lo scorso settembre da un osservatore d'eccezione: il cacciatore di esopianeti Kepler della NASA. Un compito altrimenti impossibile per i telescopi da Terra, a causa della posizione apparente nel cielo molto vicina al Sole di 67P

     10/10/2016
La cometa 67P Churiumov Gerasimenko ripresa da Kepler a intervalli di 30 minuti tra il 17 e il 18 settembre 2016. Crediti: C. Snodgrass (The Open University) ed E. Ryan (SETI Institute)

La cometa 67P Churiumov-Gerasimenko ripresa da Kepler a intervalli di 30 minuti tra il 17 e il 18 settembre 2016. Crediti: C. Snodgrass (The Open University) ed E. Ryan (SETI Institute)

Non ci sono sempre e solo pianeti nell’obiettivo di Kepler, la missione NASA dedicata alla ricerca di pianeti al di fuori del nostro Sistema solare. Questa volta la sequenza di immagini che vedete mostra un soggetto d’eccezione, ovvero la cometa 67P Churiumov-Gerasimenko. Non è la prima volta che l’osservatorio spaziale riesce a osservare le comete: era già accaduto due anni fa con C/2013 A1 Siding Spring.

La serie di 15 riprese è stata ottenuta ad intervalli di trenta minuti l’una dall’altra tra il 17 e 18 settembre scorsi, dunque a pochi giorni dal fatidico 29 settembre, giorno in cui la sonda europea Rosetta si è posata sul nucleo di 67P, concludendo di fatto la sua straordinaria missione scientifica. Immagini davvero preziose per gli astronomi, che da un mese non avevano la possibilità di osservare direttamente il corpo celeste, data la sua posizione apparente nel cielo molto vicina al Sole.

«Osservare la cometa con Kepler ha rappresentato un’opportunità unica per avere una visione globale del gas e delle polveri presenti nell’ambiente cometario proprio mentre Rosetta si avvicinava sempre più al suo nucleo» ha commentato Colin Snodgrass, ricercatore della Open University nel Regno Unito, che coordina il consorzio di astronomi professionisti che ha osservato in remoto la cometa durante la missione Rosetta.

«Insieme alle numerose osservazioni a Terra della cometa compiute negli ultimi due anni, queste immagini saranno utili per comprendere le relazioni tra l’attività osservata in situ dalla missione spaziale e in remoto dalla Terra o nelle sue vicinanze, fornendo informazioni preziose per lo studio di altre comete che non possiamo raggiungere con altre sonde».