E’ MATTEO BACHETTI

La NASA premia un giovane ricercatore dell’INAF

L'Agenzia spaziale statunitense ha deciso di assegnare la Exceptional Scientific Achievement Medal all'astronomo italiano per il suo importante contributo alla missione NuSTAR, grazie alla quale ha identificato per la prima volta una pulsar che emette una eccezionale quantità di raggi X

     20/09/2016
Matteo Bachetti

Matteo Bachetti

La sua scoperta, che nel 2014 è stata pubblicata in un articolo sulla rivista Nature, ha dimostrato che ad alimentare le potentissime emissioni di raggi X delle sorgenti ULX (Ultra Luminous X-ray sources) non siano solo buchi neri, ma anche le pulsar. Matteo Bachetti, classe 1981 e oggi in forza all’Istituto Nazionale di Astrofisica presso l’Osservatorio Astronomico di Cagliari, ha infatti individuato nel segnale raccolto dal satellite NuSTAR della NASA di una sorgente distante 12 milioni di anni luce da noi, nella galassia M82, la tipica pulsazione di una stella di neutroni in rapida rotazione. Una pulsar, appunto.

Anche per questa scoperta, che ha portato a una revisione delle teorie che descrivono come viene prodotta l’immane energia emessa dalle ULX, il 13 ottobre prossimo, Matteo Bachetti riceverà dalla NASA presso Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, vicino Los Angeles,  la Exceptional Scientific Achievement Medal (“Medaglia per risultati scientifici eccezionali”). Un prestigioso riconoscimento che premia ogni anno i ricercatori che si sono distinti per i migliori risultati scientifici che hanno portato lustro ad un progetto della NASA.

Il lavoro di Bachetti non si è infatti limitato alla scoperta della pulsar. L’astronomo cagliaritano ha prima di tutto guidato parte del lavoro sulla calibrazione del satellite a raggi X NuSTAR, un’attività svolta a stretto contatto coi tecnici del Caltech che ha reso il satellite più sensibile proprio ai segnali periodici delle pulsar. «Nel 2011 vinsi una borsa dell’agenzia spaziale francese per lavorare ad un progetto che prevedeva la partecipazione alla calibrazione e sfruttamento scientifico di un nuovo satellite della NASA, NuSTAR. Quando il satellite fu lanciato nel 2012, andai al California Institute of Technology per un mese, per partecipare all’analisi delle primissime osservazioni di test, che servivano a verificare il buon funzionamento degli strumenti a bordo» ricorda Bachetti. «Lì mi accorsi che c’era un problema sulla registrazione dei tempi di arrivo dei raggi X rilevati dal satellite che creava un forte “rumore” nel segnale. Rumore che, tra le altre cose, rendeva arduo il lavoro di ricerca di pulsazioni. Subito, lavorai per risolvere il problema».

Rappresentazione artistica della pulsar X-2 nella galassia M82. Crediti: NASA/Caltech

Rappresentazione artistica della pulsar X-2 nella galassia M82. Crediti: NASA/Caltech

Da quel momento, Bachetti è diventato un riferimento per il lavoro di caratterizzazione e calibrazione temporale del satellite. Questo lavoro “di servizio” è andato avanti, in parallelo con lo sfruttamento scientifico del satellite per il suo progetto sulle sorgenti X ultraluminose. Sorgenti che nessuno (o quasi) avrebbe pensato potessero essere stelle di neutroni, o pulsar. Finché non è arrivata la scoperta che ha chiuso il cerchio, quella pulsar “impossibile” che Bachetti ha saputo riconoscere, dopo averne in parte reso possibile la scoperta. La Exceptional Scientific Achievement Medal è dunque un meritatissimo riconoscimento per il giovane ricercatore, che oggi fa parte del team scientifico del Sardinia Radio Telescope, il grande radiotelescopio INAF situato in Sardegna. Riconoscimento che quest’anno è stato assegnato anche a un altro ricercatore italiano, Francesco Tombesi, in forza alla NASA.