TUTTA COLPA DELLE LUNE DI GHIACCIO

Haumea e Plutone, simili ma così diversi

Una nuova analisi aggiunge ulteriori dettagli al mistero della formazione degli oggetti più lontani nel Sistema solare. In particolare, i pianeti nani e le loro lune ghiacciate

     17/05/2016
Quatro pianeti nani e le leoro lune. Crediti: D. RAGOZZINE (FIT)/NASA/JHU/SWRI

Quatro pianeti nani e le leoro lune. Crediti: D. RAGOZZINE (FIT)/NASA/JHU/SWRI

Proprio pochi giorni fa (vedi Media INAF) abbiamo dato spazio a 2007 OR10, il più grande mondo senza nome nel nostro Sistema solare nonché il terzo per grandezza, se venisse confermato nella famigliola dei pianeti nani. Ma, come ben sappiamo, nel nostro “vicinato” ci sono diversi pianeti nani che si sono meritati spesso i riflettori mediatici, come PlutoneHaumea, Eris e Makemake. Questa volta torniamo a parlare proprio di 136108 Haumea, ai confini del Sistema solare. Scoperto nel 2004 è stato subito inserito nella lista dei corpi transnettuniani, cioè tutti quegli oggetti celesti che orbitano per la maggior parte del tempo (o sempre) oltre il pianeta Nettuno, spesso all’interno della fascia di Kuiper. Secondo un recente studio, questo pianeta nano (comunque dalle discrete dimensioni) avrebbe sì lune ghiacciate, ma decisamente diverse da quelle di Plutone.

Per adesso gli esperti hanno scoperto due satelliti naturali di medie dimensioni attorno a Haumea e diversi “bolidi” ghiacciati nel Sistema solare esterno che una volta facevano parte della sua crosta superficiale. In più, Haumea ruota a una velocità assai elevata. Tutti questi elementi hanno portato i ricercatori a un’unica conclusione: violente e antiche collisioni con altri corpi del sistema planetario, che lo hanno reso uno degli oggetti più interessanti della Fascia di Kuiper. Questa, almeno, l’opinione Darin Ragozzine, del Florida Institute of Technology, a capo dello studio.

Un aspetto è affascinante: Plutone e Haumea sono gli unici due pianeti nani in questa zona periferica ad avere più di una luna. Plutone ha addirittura quattro piccoli satelliti e una grande luna, Caronte, che forma con il pianeta quasi un sistema binario. Eris e Makemake hanno una luna di modeste dimensioni, niente più. Haumea, a differenza di Plutone, non sembra avere altri piccoli satelliti ghiacciati, e ciò lo rende ancora più interessante. Sembrerebbe un dato da poco, un dettaglio trascurabile, e invece è una scoperta che offre molte informazioni sulla formazione dei due oggetti, sulla loro storia e sulle collisioni che hanno dovuto affrontare.

Le osservazioni sono state effettuate con il “buon vecchio” Hubble Space Telescope (HST) che presto andrà in pensione. La tecnica utilizzata per studiare Haumea è innovativa, in pratica un approccio non lineare “shift-and-stack” (sposta e accumula) con cui si ottengono immagini ad alta qualità partendo però da numerose immagini a breve esposizione con spostamento variabile. Secondo i ricercatori si tratta di un metodo che presto diverrà sempre più comune per studiare oggetti in questa zona del Sistema solare.

Per saperne di più:

  • Leggi QUI lo studio “A Deep Search for Additional Satellites around the Dwarf Planet Haumea”, di Luke D. Burkhart, Darin Ragozzine e Michael E. Brown