GLI ORARI DEL TRANSITO

Mercurio? È lì, davanti al Sole

Le informazioni essenziali per seguire, meteo permettendo, il passaggio di Mercurio davanti al disco solare. Con una simulazione di quello che potremo vedere nei nostri cieli a partire dalle 13:12 di lunedì 9 maggio

     06/05/2016

Qui l’evento in diretta dalle 12:30 alle 20:30: www.media.inaf.it/inaftv/streaming/

mercurio-sole-articoloIl 9 maggio il pianeta Mercurio transiterà davanti al disco solare. Un fenomeno di allineamento tra Sole, Mercurio e Terra alquanto raro, che si verifica circa 13 volte ogni secolo: l’ultima volta che è stato possibile seguirlo dal nostro Paese è stato tredici anni fa. Il prossimo transito invece è previsto per novembre del 2019.

Mercurio attraverserà il disco solare quasi diametralmente e il passaggio durerà complessivamente 7 ore e mezza: Il primo contatto, ovvero il momento in cui la sagoma di Mercurio inizierà a sovrapporsi al bordo del Sole, è previsto per le per le 13 e 12 ora italiana, l’uscita completa si verificherà alle 20:42, quando però il Sole in quasi tutta Italia, specie al centro-sud, sarà già tramontato. La fase centrale dell’evento si avrà attorno alle 16:55. La piccola dimensione apparente di Mercurio, pari a un centocinquantesimo del disco solare, renderà impossibile seguire l’evento ad occhio nudo. In ogni caso, raccomandiamo di non guardare il Sole direttamente o, peggio, con qualunque strumento senza gli appositi filtri solari certificati. Il rischio è quello di veder seriamente danneggiata la propria vista, anche in modo permanente.

Per gli astronomi che in tutto il mondo seguiranno il transito di Mercurio, uno degli obiettivi scientifici sarà quello di raccogliere informazioni sull’esosfera del pianeta, ovvero il tenue guscio di particelle ionizzate dal vento solare che avvolge Mercurio. E questo in attesa della prossima missione verso il più interno dei pianeti del Sistema solare, ovvero BepiColombo, il cui lancio è previsto per il 2018. La missione, una collaborazione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e giapponese (JAXA), vede una forte partecipazione del nostro Paese: l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ha realizzato con il contributo della comunità scientifica, compresi i ricercatori INAF, 4 esperimenti su 11. Due di questi hanno la responsabilità scientifica di scienziati dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

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